31 gennaio 2008

Cous-cous

Il mio primo esperimento con l'esotica pietanza risale a diversi anni fa - ridendo e scherzando, sarebbero quasi dieci, che impressione! Mi sono cimentata in una ricetta a base di pesce e curry, accolta con la bocca storta dalla famiglia, ma alla fine della cena non era rimasto nemmeno un granello di semola.
Oggi sono tornata a prepararlo nuovamente, ma con la ricetta originale della mia amica algerina, che fa il cous-cous più buono del mondo. Spero di poter meritare la palma d'argento, se non altro per la fatica e il tempo che vi ho dedicato e che vi dedicherò ancora - perchè non ho ancora finito....
Prima di tutto bisogna preparare il semolino: quello precotto è un'eresia, non si deve nemmeno nominare. Serve un recipiente capace, una ciotola o una bacinella: io mi sono adattata col porta-torte, o questo o la mastella, che non mi pareva proprio il caso. Versi il semolino e aggiungi poco per volta dell'acqua tiepida, "q.b." o "a sentimento", come direbbe il Fratellino. La semola deve inzupparsi e gonfiare, ma non dev'esserci troppa acqua, sennò si formano dei grumi enormi o diventa una pappetta. Nel frattempo, si mette a scaldare l'acqua nella couscoussiére: appena bolle, si può aggiungere del dado vegetale, in modo tale da insaporire la semola (variante scoperta in internet e testé testata, con buoni risultati, oserei dire). A questo punto si mette il cous-cous nell'apposito contenitore, si copre e si lascia cuocere al vapore per dieci minuti. Si versa quindi il semolino nel recipiente dove lo si era preparato e lo si sgrana: la tradizione vorrebbe lo si facesse a mano, ma va bene anche un cucchiaio o una forchetta. Eliminati i grumi, si rimette di nuovo sul vapore, ripetendo l'operazione per 5 volte, o fino a quando il semolino sia ben cotto.
Preparare così il cous-cous richiede tempo ed energie, ma ne vale la pena davvero. Dopo le prime "quatro sarache", giustificate dalle mani scottate, si prende il ritmo quasi di un mantra. Mescola, sgrana, mescola, sgrana, il semolino scivola tra le dita, prende consistenza, si trasforma. Mescola, sgrana, mescola, sgrana, il tempo scorre, i pensieri si liberano. Le donne arabe lo fanno insieme, me le immagino nelle loro chiacchiere fitte fitte, sottovoce, qualcuna intona un canto, le compagne la seguono.
Oggi è tutto pronto e subito, tre secondi nel microonde e la cena è servita. Io preferisco rompermi la schiena sui fornelli, preparare da me ogni dettaglio, anche se richiede tempo, anche se costa fatica. Chissà per quale mistero della chimica, le pietanze preparate con le mani e con il cuore hanno sempre un sapore diverso.

Mi aspetta un fine-settimana intenso, non credo scriverò ancora prima di lunedì. Anticipo quindi quello che mi aspetta domani, il passaggio successivo del cous-cous, ovvero la carne. Amel lo fa con il pollo, seguirò la sua ricetta.
Taglia finemente sei cipollotti, mettili a rosolare nell'olio, senza farli scurire. Aggiungi i cosciotti di pollo, le spezie, passata di pomodoro, un dado, e copri d'acqua. Fai cuocere finchè la carne sia tenera. Aggiungi a piacere ceci, piselli, fagioli, patate lesse, carote. Presenta il cous-cous caldo, condito con il sugo della carne, su un piatto, la carne e le verdure su un altro piatto. Aggiungi cannella, se piace, o salsa piccante. Si accompagna con uva bianca, da mangiare assieme, o con olive verdi. Ottimo con il thè di menta, meglio se fresca, oppure con un Cabernet.

1 responsi:

Anonimo ha detto...

NON VEDO L'ORA ARRIVI QUESTO FINE SETTIMANA!!!

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