29 maggio 2008

O la borsa o la vita!

Da più di una settimana il frutto delle mie ultime fatiche da scribacchina giaceva nella cassettina dei soldi: stamattina mi decido ad andare in banca a cambiare il magico assegno, ignorando cosa mi avrebbe aspettata.
Entro nel lindo salone, pavimento di pietra lucida - che non chiamerò marmo perché 1. so benissimo che non lo è, e 2. non voglio dare lustro immeritato a chi non l'ha - poltrone Frau schierate davanti alle casse e un tabellone luminoso con i numeri di turno. Mi guardo attorno alla ricerca della macchinetta dei bigliettini, ma vedo solo una fantasmagorica torretta che mi chiede la card: in quel momento arriva un distinto signore che preleva dalla suddetta torretta un bigliettino, che intuisco essere il numero di turno. Mi accingo a ritirare il mio: C49, che bello, ho solo 2 persone davanti, stanno servendo il C46. I numeri sul tabellone, però, avanzano solo con la lettera A, che in breve capisco essere la fila dei clienti di questa banca. Mi sento un po' misera a non avere nemmeno uno squallidissimo BancoPosta, ma dare 24 euro all'anno di tasse, spese escluse, lo considero un furto. Se poi i soldi non li ho, è un furto doppio.
Attendo e spero che la "mia" fila avanzi: il C46 se ne va, ma ovviamente al suo posto arriva un A-qualcosa. Dopo altri interminabili minuti, ecco chiamare il C47: non c'è, come pure il C48. Mi appropinquo allo sportello convinta che tocchi finalmente a me, invece scatta l'ennesimo A. Inizio a perdere la pazienza.
Quando scatta il mio numero quasi non ci credo: non ho perso le staffe solo perché ho un'amica che lavora in banca e so che non è sempre facile stare dall'altra parte dello sportello, ma le scatole mi girano vorticosamente. Accolgo la mia chiamata con un "Alleluja!": spiego che devo cambiare un assegno.
- Che tipo di assegno?
(porgo il pezzo di carta che tengo religiosamente in mano)
- Ha un conto qui?
-Deficiente, se avessi un conto qui non avrei aspettato mezz'ora. No.
- Ha un conto in un'altra banca?
- Non sarei qui, altrimenti, genio.
- Ah, ma questo non lo possiamo cambiare noi, deve andare all'altra filiale.
- Scusi, ma non è anche questa Banca Intesa?
- Sì, ma non possiamo cambiarlo.
- Ma andate tutti a farvi benedire...! Grazie.
Quando sono uscita avevo le lacrime agli occhi dalla frustrazione, giuro. Sono andata a consolarmi nella mia seconda casa, la libreria in fondo al Corso, e ho speso 35 di quei tot euro che ancora non ho incassato. Mi basta poco per essere felice.

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