Quand'ero piccola, l'orario serale era scandito dai cartoni animati alle otto e dal puntuale spegnimento della tv alle otto e mezza spaccate, poi tutti a nanna! L'unica eccezione era il venerdì sera, con i film della Disney, e il giorno dopo ci trovavamo a scuola a cantare Supercalifragilistichespiralidoso o a ridere delle avventure del maggiolino più pazzo del mondo.
Striscia per prima, e il TG2 poi, hanno iniziato a spostare l'orario della prima serata un po' più in là: e da lì sono iniziati i pacchi, le papere, i micro-telefilm-sitcom, il gran rimpianto Fatto. Lo Zecchino cantava al Gatto puzzone "Fatti un po' più in là" e mi sa che i palinsesti l'hanno eletta a leit-motiv.
Dalle ancora decenti 20.45 siamo arrivati alle 21.00, il che non è poi così male se torni a casa tardi dal lavoro o dall'università. Da un po' di tempo, però, i film iniziano anche alle 21.15 se va bene, talvolta alle 21.30. Peccato che la sveglia suoni sempre alla stessa ora.
Ieri sera mi son piazzata sul divano a ri-guardare Notting Hill, che, anche se melenso e zuccheroso all'inverosimile, mi piace tanto. Guardo l'ora, con le palpebre un po' pesanti e la testa che sogna di posarsi sul cuscino: sono le undici, penso che massimo mezz'ora sarà finito - anche perché non mi sembra davvero mancare molto alla conclusione della storia. Capisco di essermi clamorosamente sbagliata quando compare la schermata nera di "Fine primo tempo".
Non c'è più religione, non esiste più il riposo del giusto: spengo la tv e mi ficco sotto le coperte.
Se questo è un modo per convincerci costringerci a passare alla pay-tv, allora viva il Mulo!
100 anni di radio
1 mese fa
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