6 agosto 2009

Via col vento (il romanzo)

Da quando mi sono iscritta ad anobii, ho aderito a diversi "gruppi di lettura": metto tra virgolette perché la maggior parte sono aggregazioni di lettori con una passione per un genere o un autore, tipo quelli dedicati alla saga di Twilight dove gli, anzi, le aderenti non fanno altro che ribadire quanto sia figo Edward.
Esiste un gruppo cui ho aderito per un po', senza tuttavia partecipare, chiamato Readers' chellenge: propone sfide tra lettori, che durano anche svariati mesi. Si va da chi legge 50 libri in un anno, alle sfide a tema, che sono le più divertenti. Ogni mese si deve scegliere un libro che parli per esempio del mare, o del deserto, oppure il cui protagonista inizi con una data lettera, oppure si sceglie un genere: chi finisce per primo la sfida del mese, solitamente può proporre il tema del mese successivo.
Pur essendo motlo interessante, non mi sono mai iscritta tra i partecipanti: non amo letture condizionate, soprattutto se prolungate nel tempo.
Da un po' di tempo, sono iscritta a un gruppo che mi si addice proprio: I Bookaholic, che fa il verso agli Shopaholic, i maniaci dello shopping. Sono quelli che entrano in libreria solo per fare un giro, o per prendere un libro, uno solo, ed escono con due sporte piene, per intenderci. A giugno, una Bookaholic ha lanciato una sfida che ho deciso di colgiere al balzo: i Consigli di lettura. Prima di tutto si compila una lista di iscritti, poi iniziano i consigli: A consiglia a B, che consiglia a C, e così via, fino a Z che consiglia ad A. Ogni mese si può decidere se partecipare oppure no, e si possono anche dare indicazioni sulle letture che ci piacerebbe fare. Per luglio mi è stato consiglato Q, già presente nella lista dei desideri, ma per agosto ho chiesto un libro che non fosse nella mia libreria, ma che fosse piaciuto in modo particolare al consigliante.
E così ho letto Via col vento: l'avevo preso in mano chissà quante volte a casa della nonna, frugando tra i suoi libri a caccia di qualcosa di interessante, ma l'avevo sempre snobbato, non so bene perché. Forse proprio perché è un classico, e come disse Mark Twain, "Un classico è qualcosa che tutti vorrebbero aver letto ma che nessuno vuole leggere".
A parte l'inizio un po' difficoltoso, che però riesce benissimo ad introdurre il mondo della Georgia pre-Secessione, l'ho divorato: 1037 pagine in 5 giorni, un record anche per me.
Ho odiato Rossella fin da subito, ragazzina viziata che vuole sempre ciò che non ha, che ama un uomo di cui detesta tutto, da come parla a come pensa a cosa gli piace fare: però lo ama e ne è convinta, e lo vuole a tutti i costi, anche se questo significherebbe gettare scandalo sulla propria famiglia e ferire gli amici. Certo, è anche una donna forte e caparbia, che pur di riuscire nel suo intento è pronta a sfidare le convenienze e le regole che la società impone, a a rinunciare all'amore e al rispetto altrui: ma è cieca, infinitamente e perdutamente cieca, anzi, accecata da sé stessa, dai suoi desideri e dalle sue stesse convinzioni. Non scende a compromessi, nemmeno se si tratta di una questione morale: lei non ha morale, è capace solo di piangere sul latte versato.
Rhett è un mascalzone, ma solo in apparenza: ha un cuore d'oro, peccato che sia così orgoglioso da non riusicre a mostrarlo. Ed è anche colpa sua se le cose sono successe in modo così ingarbugliato e spiacevole.
Ashley, grande amore di Rossella, è un quaquaraquà: intellettuale sradicato dalla propria casa, senza più un soldo, non trova in nulla la forza per reagire. Gli avrei dato un paio di sonori ceffoni.
Il mio mito però è Melly: la dolce, tenera Melania, fragile come un fiorellino, che quando è necessario sfodera la grinta di un toro. Guai a toccarle la famiglia o gli amici! Ah, che donna!
La lettura ha avuto anche del comico, dovuto all'edizione del 1942 (peccato non fosse la prima, bensì la quindicesima): alcuni nomi sono stati tradotti in italiano, e così si trovano un Ashley o un Rhett accanto a un Renato, a un Franco, a un Carlo, che sono curiosa di sapere se sono stati mantenuti nelle edizioni ordierne. La scelta dei termini è proprio quella di un altro tempo, e questo comunque ha un certo fascino, dato che la storia narrata si svolge ancora più indietro.
Il libro sta cadendo a pezzi: la copertina è a brandelli e il tomo è spaccato in due. Mi metterò all'opera per dargli una sistemata, così potrò rileggerlo senza temere che mi si sfasci in mano.

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