Dopo una proficua mattinata in biblioteca, raggiungo la mia amica Ele per il nostro panino da Lele (ai Tolentini, micro-osteria all'angolo: panini ottimi e prezzi idem): concludiamo in gloria con una fetta di Sacher da Tonolo, forse la migliore pasticceria di Venezia. E ridendo e scherzando si è avvicinato il momento della verità: riuscirà la nostra eroina a consegnare la domanda di laurea?
Mi appropinquo alla copisteria dirimpetto la segreteria per fotocopiare il libretto: nelle scartoffie e nel sito non era specificato se escludere o meno le pagine in bianco, così, come insegnano i latini, melius est abundare, ne porconare contra secretariam.
Come al mio solito, sono in largo anticipo sulla tabella di marcia, quindi ne approfitto per incipriarmi il naso. Da brava mi dirigo al tabellone con le ubicazioni dei locali dell'edificio e inquadro una toilette al primo piano - strano che non ce ne sia una al pianterreno, ma i veneziani sono una razza a parte.
Salgo le scale e mi aspetto di trovare il classico cartello-freccia: nada. Da lontano scorgo un'altra tabella logistica, che mi propone la toilette al primo piano ammezzato. Va bene, prendo l'ascensore così lo trovo subito: tempus fugit, per restare in tema di latinorum. Sbarco su un pianerottolo grande così, che indica la toilette oltre la porta frangifuoco. Chiusa.
Mi rassegno a scendere le scale, augurandomi di trovare un'alternativa. Credevo di essere al primo piano ammezzato, quindi se la matematica non è un'opinione avrei dovuto fare tre rampe di scale per trovarmi al pianterreno: magia!, sono scesa solo di mezzo piano. Ancora scendo, e stavolta chiedo al signore del banco informazioni, che mi indirizza oltre il corridoio vicino all'entrata: mettere un cartello pareva brutto?
Espletate le mie necessità fisiologiche, torno nell'atrio, dove ho inteso esserci la segreteria di lettere. Due tabelloni numerici indicano il turno di prenotazione, ma non si aggiornano in sincrono: intuisco che corrispondono a due segreterie distinte, ma quali? Per scoprirlo, devo avvicinarmi alla porta, cui è affisso un misero cartello in font 22 che specifica la facoltà di riferimento.
Non faccio in tempo a sedermi, sistemare le scartoffie, accendere l'mp3 e ascoltarmi la mia scoperta musicale del giorno (MidLife Crisis, dei Faith No More, la adoro), che magicamente arriva il mio turno.
Entro nell'antro della Sibilla Veneziana, porgo i documenti, ricevo indietro le fotocopie extra del librutto - che hanno fatto sorridere la segretaria, pure simpatica, incredibbile! - e la ricevuta timbrata e firmata.
Chiedo conferma per gli esami sballati e la signorina mi assicura che è tutto a posto.
Incredula, le chiedo con due occhi da cane speranzoso: "Allora mi posso laureare?"
-Adesso dipende tutto da te! -risponde la santa donna.
Le avrei dato un bacio in fronte.
Quando sono uscita, mi sembrava di camminare su una nuvola.
Ora mi manca solo il punto 3: domani maratona-studio con trip di caffeina-fosforo-vitamine e ovetto sbattuto come me lo faceva la mamma ;-)
100 anni di radio
1 mese fa
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