Sono ventitré giorni che non scrivo, in pochi altri periodi ho trascurato così tanto il blog e di conseguenza me stessa. Perché non è che scrivo solo per voi. Vi voglio tanto bene e lo sapete, ma quando ho iniziato ero io da sola e mi divertivo tanto quanto adesso: ergo, scrivo per me. Se poi c'è qualcuno di così pazzo da apprezzarmi, non posso che gioirne.
Comincio seriamente a chiedermi come facciano altri colleghi blogger, a lavorare otto ore al giorno e a trovare ilo tempo di scrivere. Perché io non ci riesco. Fossi in uno studio per conto mio forse sì, cinque minuti qua e là di pausa si trovano sempre: ma lavorando in open space con il monitor al pubblico ludibrio non è proprio possibile scrivere dei cavoli propri.
Che stress di posto che ho pescato: in sei, tutti nella stessa stanza, con il capo che lavora sulla chaise longue, non uno che si alzi per una pausa. C'è la cucina, è vero, e possiamo farci il caffè, ma lì dentro non toccherei una tazza neanche con i guanti triplo spessore.
Un collega osa alzarsi e fare una capatina dalle mie parti ogni tanto, in coincidenza delle trasferte del capo nell'altra stanza, il che non mi fa pensare bene. Caspita, non solo è provato che una pausa rende più produttivi, ma è anche previsto per legge. E invece no, duri davanti al pc fino alla morte.
Ogni tanto mi sento al limite dell'implosione e se non implodo ho il terrore che potrei esplodere.
Poi i pensieri iniziano a confondersi, non trovo le parole e quello che scrivo non ha senso. Allora è meglio se vi auguro la buona notte: a presto risentirci, spero.
100 anni di radio
1 mese fa
2 responsi:
Dai all'inizio è dura, ma ti ambienterai. Anche io ho ripreso a scrivere oggi :-D
Propositi futuri! :)
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