Facciamo un'ipotesi: abbiamo un desiderio che vorremmo si realizzasse. Ho usato il verbo appositamente al riflessivo, per intendere che quel che potevamo fare l'abbiamo fatto, ora sta tutto al destino.
Nell'attesa del momento della verità, ci rodiamo il fegato come un criceto con una carota, il cuore si dedica all'imitazione di John Travolta al meglio della sua forma, le nostre viscere assomigliano sempre più al nodo di Gordio e la scorta di camomilla corretta valium cala a vista d'occhio.
Cerchiamo di concentrare il pensiero positivo sul nostro obiettivo, ma un dilemma ci assale: meglio immaginare un risultato positivo, uno negativo o niente del tutto?
Prendiamo un esempio pratico: desideriamo un pony.
Le moderne scuole di pensiero niueig incoraggiano alla visualizzazione positiva, perché solo così i nostri desideri si trasformeranno in realtà. Quindi eccoci a fantasticare sul nostro nuovo animale, sulla sua sistemazione, sulla frequenza delle nostre visite e scampagnate. Visualizziamo noi stessi alle prese con striglie e fieno, con finimenti e selle. Abbiamo già scelto il perfetto completo da cavall...pony-erizzo, e sgomberiamo una mensola per i futuri trofei.
Questo dovrebbe bastare a far avverare il nostro desiderio. Eppure la vita insegna che per quanto ci sforziamo di immaginare eventi futuri nel modo più realistico, comprendendo tutte le variabili possibili, una sorpresa c'è sempre, ed è pure spiacevole.
Così cominciamo a prendere in considerazione l'alternativa scout, estote parati. Ovvero, se qualcosa può andare storto, lo farà.
Ci prepariamo mentalmente all'eventualità che il pony non arrivi. Rimpiangiamo le lunghe passeggiate agresti, i pomeriggi pigri sulla groppa del nostro micro-cavallo, chiudiamo in uno scatolone con la naftalina il completo da cavallerizzo che ci eravamo mentalmente cuciti su misura. Ci rassegniamo alla fatalità della vita e alla morale di Verga.
Ecco quindi che il pony *non* arriva. E noi cominciamo a picchiare la testa contro il muro.
Perché il destino ci ha letto nel pensiero? Perché siamo stati negativi e allo stesso modo veniamo ripagati? Perché il mondo ci odia.
Fin qui, il pony non è arrivato. Abbiamo imparato che pensare il bene o il male non ha influenza sul corso degli eventi. Quindi la prossima volta non penseremo affatto.
Come quando ti dicono di non pensare a un elefante rosa. Complimenti, grande idea.
Durante il giorno non è poi così difficile, ha un lavoro e una casa da portare avanti, non c'è tempo per il pony. Tranne quando vai al bar e trovi lo zucchero in zollette. O quando il fruttivendolo ti offre carotine tenerissime. O quando...
La sera, però, all'ora della nanna, il gioco di fa duro. Leggi un po', poi spegni la luce, chiudi gli occhi, e zac!, immagini di pony ti si affacciano alla mente. Provi a deviare il corso dei tuoi pensieri, andando alla vacanza al mare di qualche anno fa. Immagini il tramonto, sulla spiaggia. Senti la brezza che ti sfiora il viso...no, non è brezza, è il fiato di un pony.
Uffa, ricominci da capo. Questa volta vai in montagna, sull'Ortigara magari, lassù ci sono solo pietre, sterpaglie e marmotte. E pony.
Ancora, un bel respiro, andiamo in immersione sulla barriera corallina del Mar Rosso: pesci pagliaccio, pesci arcobaleno, coralli, cavallucci marini...pony.
È una partita persa in partenza. Vorresti rinunciare a priori al tuo pony, per evitare tale tormento. Ma rinunceresti anche alla possibilità di averlo, quel pony.
Che vita grama, che grama vita...
100 anni di radio
1 mese fa
10 responsi:
Eh, Piziuccettina, eh...
(Purtroppo non conosco il tuo vero nome; vorrei usarlo, ma non lo conosco. Facciamo che lo sappia, e leggi queste parentesi come se ci fosse scritto il tuo nome vero, così mi aiuti a rivolgerti meglio) :
quanta mente, cervello, pensieri, riflessioni hai prestato in ogni ganglio della tua vita? In ogni singolo dettaglio degli ingranaggi, più o meno piccoli, più o meno decisivi, dei tuoi giorni? Quanto hai fatto questo nella tua vita? Tanto; io direi troppo.
Hai tutto il diritto di fare questa scelta ma, almeno questa volta, spegni la mente, e lascia fare tutto al cuore. Avere un pony è la cosa più straordinaria e coinvolgente nella vita di una donna, deve essere solo e soltanto amore, senza pensieri, senza razionalizzazioni di sorta, senza null'altro che te ed il tuo Apollo. Da quanto leggo non ci credo che sei tu davvero a voler fare tutte queste pippe (preparare la stanza, la mensola per i trofei, sforzarti di pensar positivo - eloquente quest'ultimo in particolare...), mentre sarai soltanto tu, molto e molto e molto più di Apollo ad avere un pony. L'ossigeno che lo crescerà e la renderà a tua immagine, gli darà il tuo respiro e la tua speme ogni singolo istante della sua vita passerà solo dal tuo cuore, mai dal tuo cervello forse così abusato.
Perciò, vivi questa ricerca con tutto il tuo cuore di cui disponi e non pensare a null'altro che ad amare. Credo sia il modo più bello di tutti. E ti farà molto bene.
P.S. Sarà unA pony, ne sono certo.
Caro Anonimo/a,
ti ringrazio per le tue splendide parole, mi hai commossa.
Però il "pony" non è quel genere di pony che intendi tu (e che a questo punto mi viene in mente possano aver inteso anche altri) ma è un misero LAVORO. (sospiro)
Ah no? Non è quello che credevo io? :-) Gesù, che granchio che ho preso! Perdonami, allora... Mi hai veramente fregato!
In bocca al lupo per la tua ricerca di lavoro, allora. E crepi il lupo!
Qualche volta temo di lasciar vedere anche quello che penso di nascondere :-P e il post poteva benissimo essere interpretato come hai fatto tu ;-)
Se devo essere sincero, anche io pensavo ad un desiderio di maternità, più che del lavoro :P
... e io che pensavo che la pizia desiderasse un pony!
cazzo e la paglia dove la metto adesso?
"Durante il giorno non è poi così difficile, ha un lavoro e una casa" .... :-) Vabbè, dai, facciamo che ti crediamo che non sia "quel" pony!!! :-) In bocca al lupo.
Anch'io avevo creduto...
E che cavolo, vivi nell'operoso nord-est e non trovi un lavoro adeguato alle tue potenzialità? Vieni in Sicilia, il lavoro non c'è ma il sole sì!!!!!!
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