Ieri mattina ho avuto la seconda lezione nella nuova sede di San Basilio. Lungo la strada ho incontrato una mia compagna di corso: bene, ho pensato, siamo in due, capiremo di sicuro dove andare. Lezione in aula 2D. Vediamo una porta aperta, al piano terra, e nel varcarla siamo colte da una visione celestiale: le macchinette delle merendine e del caffè! Passiamo oltre, preoccupate di arrivare in orario alla lezione. Nei pressi delle scale, troviamo le indicazioni delle aule: 1A, 1B, 1C, 1D ; 2A, 2B, 2C, 2D. Saliamo di un piano: 2A, 2B, 2C, 2D. Saliamo ancora: 2A, 2B, 2C. E la 2D? C'era, no? L'hai vista? Certo. Non me la sono sognata. Aspetta...scendo, risalgo: sì, l'indicazione dice di salire, ma qui non c'è. Sarà mica sparita? Usciamo sul ballatoio e rientriamo dalla porta successiva: eccola! 2D! Un altro gioiello dell'architettura contemporanea, devo dire. Questa è meno profonda rispetto a quella di lunedì, ci saranno 8 file di banchi al massimo, ma è molto più larga: ogni fila ha 20 posti, tutti uniti. Bisogna ricordarsi di espletare le proprie necessità fisiologiche prima della lezione...
Uno sguardo attento alla parete della cattedra mi fa notare il telo per le diapositive: immagina la parete divisa in tre parti, di circa 2 metri ciascuna. La cattedra e la lavagna stanno nella parte centrale, mentre il telo del proiettore sta nella parte di destra. Se hai avuto la bella idea di sederti sulla sinistra, non vedrai una cippalippa. Vorrei veramente scambiare due parole col genio dell'architettura che ha partorito un'idea del genere...
Oggi: treno miracolosamente in orario, arrivo prima del previsto in facoltà. Decido di "inaugurare" la macchinetta del caffè: facile, ci sono passata davanti ieri. Aula, aula, porta con le tendine - sarà un'aula- ingresso, aula, aula, fine. Torno indietro: aula, aula, ingresso, porta con le tendine, aula, aula, fine. Faccio il giro dell'edificio, tento una porta e scorgo il fianco di un distributore: scopro che la misteriosa porta con le tendine era proprio quella che dava sulle macchinette. Pesco 40 cent dal portamonete, li inserisco, aumento lo zucchero al massimo (il caffè lo prendo amaro, io) e faccio per pigiare il tasto corrispondente al caffè macchiato. Caffè espresso, moccacino, cappuccino, orzo, orzo lungo, cappuccino, moccacino d'orzo, cioccolata, latte macchiato, cioccolata extra, the, cioccocappuccino, un altro moccacino, espresso deluxe. Non ci siamo capiti: io vorrei un misero caffè macchiato... Finalmente riesco a trovarlo, ma nel frattempo lo zucchero è sceso al livello minimo: mi accontenterò.
Salgo le scale: 1A, 1B, 1C, 1D ; 2A, 2B, 2C, 2D; e poi 2A, 2B, 2C, 2D. Infine 2A, 2B, 2C. Ovvio.
Se spuntasse David Bowie che cammina sul soffitto, mentre gioca con le sfere di cristallo, non mi stupirei più di tanto.
100 anni di radio
1 mese fa
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