Se davvero esiste un'Entità superiore, sono sicura che si fa delle grasse risate alle nostre spalle - e non ho dubbi che, spesso e volentieri, interferisca con il naturale svolgersi degli eventi per ridere ancora di più.
Oggi sono particolarmente stanca, dopo aver passato una notte che è stata una specie di congiura nei confronti del mio sonno. Una delle mie coinquiline aveva invitato due amici per cena, convinta di avere la casa per sé: io non avevo avvisato del mio arrivo e nemmeno pensavo di doverlo fare. Chissà che avrà pensato sentendomi arrivare alle otto passate...forse la stessa cosa che ho pensato io trovando due baldi (?) giovini in cucina.
Provata dalla lezione di Storia del Mediterraneo, dalle 17 alle 19.30, con simpatica gag della prof imbranata con divuddì - ne sarebbe uscita meglio se avesse desistito, piuttosto che sottoporci al supplizio di un film in arabo, senza audio, con sottotitoli in francese, a doppia velocità, visto a pezzetti un po' avanti e un po' indietro, con tentativi di telecronaca in diretta della prof stessa, per trovare il punto che nelle sue intenzioni sarebbe stato interessante ma che in realtà abbiamo solamente immaginato... - dicevo, provata da tutto ciò, mi sono ritirata in silenzio nelle mie stanze, in compagnia di un buon libro (Il Miniaturista, sono al capitolo 4 e mi pare molto interessante: lo consiglio a chi ama i romanzi con ambientazione storica, come I pilastri della terra di Ken Follet, o anche il buon Stevenson e la sua Freccia nera).
Alle undici passate do la buonanotte al mio Apollo e provo ad abbandonarmi al sonno, sperando che le chiacchiere in cucina diventino un po' alla volta un sottofondo ai miei sogni. Illusa! Le voci profonde dei due maschietti fanno tremare le pareti e a nulla servono le attenzioni della coinquilina nei miei confronti. Sono in questa casa da troppo poco per permettermi di uscire in pigiama, con le occhiaie e i capelli per aria a chiedere silenzio, così ficco la testa sotto il cuscino e cerco di pensare ad altro. Senza rendermene conto, sprofondo in un sonno inquieto, ambientato a Venezia, con colonna sonora originale e in contemporanea di motori di barche e schiamazzi vari. Non ho la forza di prendere coscienza e guardare l'ora, tanto non cambierebbe nulla. Risprofondo nel mondo dei sogni, a base di radicchi di campo e risotto, con un carosello di personaggi che si rubano il posto a vicenda. Quando suona la sveglia, alle sette e un quarto, mi sembra un sollievo.
Lezione di inglese, dalle 8.30 alle 10.00 e dalle 10.00 alle 13.00 (12.30 effettive). Se non fosse stato per il freddo assurdo non sarebbe stato poi così male: San Basilio ha già l'aria condizionata, a quanto pare. Dovrò ricordarmi di mettere un maglione in più.
Finalmente a casa, dopo un pasto veloce a base di latte bollente e corn-flakes, corro in doccia a togliermi di dosso gli ultimi brandelli del freddo patito a lezione.
Allo specchio noto che alcune ciocche di capelli sono scivolate dal mollettone (viola, devo dirlo?), così decido di rimetterle a posto per evitare fastidi durante il rito sacro della doccia.
Moviola:
con la sinistra tengo i capelli, con la destra prendo il mollettone, forse poco saldamente causa sonno.
Il mollettone mi scappa di mano.
Cade per terra. Mi volto per guardare dov'è caduto, ma non ha finito la sua corsa.
Con un rimbalzo riprende quota e in una parabola perfetta cade nel water. Canestro perfetto, senza alcuna sponda.
Plink!
-Sipario-
100 anni di radio
1 mese fa
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