Il lato negativo della primavera è il cambio del guardaroba: se già non vedo l'ora di sfoggiare la mia inseparabile maglia vinaccia con la zip, tuttavia mi sento male al pensiero di rifare l'armadio da cima a fondo.
Il mio sogno è uno di quegli armadi computerizzati, che propongono l'abbigliamento a seconda del tempo e della stagione: niente sacchetti, niente scatole, solo un "click" che serve su un vassoio d'argento i vestiti scelti. Quando sarò ricca e famosa...ma anche solo ricca ;-P
Così forse non andrei in crisi in quella che chiamano la "mezza stagione" e che c'è ancora, nonostante se ne dicano di tutti i colori per farci credere il contrario. Quella che c'è il sole che batte e vorresti le maniche corte, ma che due minuti dopo ci sono le nuvole e rimpiangi il maglione da marinaio. Quella che ti accarezza con l'aria fresca e che ti ci vuole la giacca a vento, ma che se acceleri il passo ti sembra di fare la sauna. Quella che ti invita a lasciare a casa la giacca pesante, ma che appena metti piede in aula il primo pensiero va al piumino da sci.
Quella che arriva sempre inaspettata, senza farsi troppo annunciare e che non ti da il tempo di svegliarti dal letargo invernale. Eccola qui, caldo fuori, fresco all'ombra, freddo in casa. Con l'armadio da disfare e una ricognizione preliminare di quello che è rimasto dopo la pulizia dell'inverno, lo scenario è sconsolante. Dai maglioni in super-acrilico passo senza vie di mezzo al cotone superleggero: si salvano solo un paio di felpe, che restano perennemente nell'ultimo ripiano dell'armadio, perché per l'inverno sono troppo leggere, mentre per la primavera troppo pesanti.
Per fortuna non ho una carta di credito, o sono sicura mi sarei indebitata fino al 2010 causa shopping compulsivo. Ma come resistere di fronte al trionfo del viola in tutte le sue sfumature, a quei pantaloni megagalattici a metà strada tra il casual e lo chic, alle felpe con la zip così comode da togli-metti, alle ballerine lilla, le calze colorate, le gonne al ginocchio da collegiale/ragazza per bene, ai trench che scivolano morbidi sui fianchi, alle magliette-canottiere-top, ai sandali...oh, i sandali! (sospiro...) Quanto è dura avere 30 anni e dipendere ancora da mamy per le spese! E quanto mi costa fare la formica con i pochi risparmi che ho - che sono così pochi che non ho il cuore di dilapidarli in vestiti. Pace! Non mi resta che sperare che il caldo arrivi presto e definitivamente, così non ci penso più.
100 anni di radio
1 mese fa
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