8 maggio 2008

Chimica

Diversi anni fa ho iniziato a sperimentare le tinture per i vestiti: tra un po' mi trasformerò nel maggiordomo Grey ;-P
Se non ricordo male, la mia prima tintura l'ho provata su un paio di jeans neri, che erano diventati grigi: magia magia, li ho riportati all'antico splendore. Altre colorazioni sono seguite, non sempre con successo, però: una per tutte, e mi sto ancora mangiando le mani, la camiciola di sangallo che mi aveva regalato la nonna. Da bianca a marroncino cacchetta, un delitto. :'(
Un inverno ho provato a tingere un maglione di lana: non oserò mai più ripetere quella fatica immane, anche perché sono sicura che se provassi, riuscirei solo ad infeltrire il malcapitato. Avevo ricevuto in regalo un maglione fatto a mano: per me, che so cosa vuol dire lavorare a maglia, aveva un gran valore. Peccato che fosse di un color carta da zucchero un po' smunto, che proprio non riuscivo a vedermi addosso. Di darlo via non se ne parlava, portarlo così non ci sarei riuscita. Così ho provato a tingerlo: tentar non nuoce, e avrei avuto un 50% di probabilità in più di poterlo indossare. L'operazione è stata un inferno: bolli l'acqua, versala in un catino, aggiungi tot acqua fredda, immergi il maglione e il colorante, mescola di tanto in tanto, ma non troppo, sennò infeltrisce. Ma soprattutto: risciacqua a mano! Dato il colore di partenza, non avevo molta scelta, e nero fu. Che soddisfazione però constatare che il colore era perfetto e che non si era infeltrito! Sono passati anni e il maglione è ancora lì, caldo e morbido.
L'estate scorsa, invece, in uno dei miei attacchi di violite acuta, ho tinto magliette, cardigan, felpa leggera e copriletto. Non avendo trovato il viola già pronto, l'ho fatto col classico metodo blu+rosso. Ho passato ore davanti all'oblò della lavatrice, ipnotizzata dalle meravigliose sfumature lilla prodotte dai coloranti. Il risultato non mi ha soddisfatta in pieno: illusa di trovare la felpa di un perfetto color lavanda, è difficile accontentarsi di un modesto vinaccia. Ma sempre viola è, no? ;-)
Il copriletto, poverino, ha avuto la sorte peggiore: nonostante il 100% cotone, era un po' troppo grande e quindi la tinta non ha preso una tonalità intensa, ma è rimasta color vino annacquato. Pazienza, entro un anno l'avrei tinto nuovamente. Ieri pomeriggio, nelle operazioni di piazza pulita nella mia stanza, emula di Taz in Space Jam (fresco al limone! - cit.), ho preso il copriletto con l'idea di metterlo a lavare: e se invece lo tingessi? Due piccioni con una fava! Dato il colore di partenza, ancora più spento rispetto a un anno fa causa sole, ho preferito prima decolorarlo. Prendo le mie due confezioni di decolorante, le metto in lavatrice con il copriletto e via! A metà lavaggio sono andata a curiosare: al posto del vinaccia ho trovato un meraviglioso color zucca...quasi quasi lo tengo così. Peccato che a fine lavaggio sia spuntato uno strano lavanda...memore degli esperimenti passati, so che il giudizio definitivo deve aspettare l'asciugatura completa. Entro sera i risultati!

1 responsi:

Pythia ha detto...

Aggiornamento.
Il copriletto è diventato color carta da zucchero chiaro, un po' troppo "ospedale": se riuscirò mai a trovare il colorante viola, passerà di nuovo in lavatrice.

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