5 maggio 2009

Libri (ancora e sempre)

Prendo spunto da una riflessione della mia amica Nuvoletta: una risposta che sia leggibile nei commenti proprio non mi riesce, nel senso che sconfinerei decisamente nel "poema"... :-P

Con i libri ho sempre avuto un rapporto di adorazione: i miei mi hanno insegnato a trattarli come oggetti preziosi e così ho sempre fatto, qualche volta anche ai limiti del maniacale.
Fino a pochi anni fa nemmeno mi passava per l'anticamera del cervello di sottolineare le frasi che mi colpivano: un bel giorno mi trovo tra le mani "Se solo fosse vero", di Marc Levy, prestatomi da mia cugina, tutto sottolineato a matita. All'inizio la cosa mi dava un po' fastidio, ma poi mi son trovata a pensare "questa frase sarebbe proprio da sottolineare...", e così ho cominciato anch'io - rigorosamente sui miei libri. Il dramma è quando mi trovo per le mani un libro della biblio e non poter usare la matita: come nel caso de "Il custode del faro", che ogni 3x2 aveva una gemma da evidenziare degnamente. Prima o poi me lo regalerò, così potrò dare libero sfogo alla sottolineatura selvaggia.

Una mia vecchia mania era quella dei libri intonsi: al massimo riuscivo a sopportare di leggerne uno prestato da un'amica-cugina-zia. La biblioteca non era minimamente presa in considerazione - anche perché credevo non fosse molto fornita. Ho iniziato a superare questo limite grazie al mio prof di pittura, che un bel giorno mi ha fatto trovare in bella vista, sul mio armadietto, "Io uccido": accettare un libro in prestito da un quasi sconosciuto, per di più professore, non mi è stato del tutto indifferente, ma ne sono uscita illesa - tanto che l'esperienza si è ripetuta. Sempre lo stesso prof mi prestò, posandolo sul solito armadietto, "Il santuario delle ragazze morte": in questo romanzo, il killer omaggia le proprie vittime con un uccellino morto. A fare il parallelo uccellino-libro, se pur un po' esagerato, non ci ho messo molto: dopo avergli restituito il romanzo, ho fatto capire al prof che per il momento ero satura di cadaveri e sangue, e così la nostra "corrispondenza" ebbe fine.
Lo sblocco definitivo, però, è avvenuto tre anni orsono, durante il mio tirocinio in biblio: ho scoperto che le biblioteche di quartiere sono molto ben fornite, anche di novità, e un po' alla volta ho preso confidenza con questo nuovo mondo. All'inizio osavo prendere a prestito solo i libri nuovi: come tirocinante, davo una mano a mettere le copertine ai nuovi arrivi e spesso me ne capitava a tiro uno di interessante. E nel giro di un paio di mesi, avevo imparato a sfruttare tutte le tessere che avevo a disposizione: la mia, quella di Apollo e quella dell'O.F. Quando tre tessere non mi sono più bastate, ne ho fatta fare una alla mamma.

All'inizio dicevo che considero i libri come oggetti preziosi: ho il massimo rispetto per i libri altrui e chi mi presta un suo libro sa che tornerà a casa presto e nelle stesse condizioni in cui ne è uscito. Non arrivo al limite della nonna, che ai libri che le vengono prestati mette una copertina di carta, ma li tratto davvero con i guanti bianchi.
Diverso trattamento subiscono i miei: non ci posso fare niente, li devo vivere. Ovvero li s-ciancico per bene, piegando la costa in più punti possibile durante le lettura: "Elegance" ha subito questo trattamento per troppe volte, tanto che l'ho dovuto re-incollare, ma a me piace anche proprio per questo suo aspetto un po' vissuto. Una mia amica ha preso un colpo nel vedermi "rompere" la costa a un libro nuovo di zecca: era il mitico De Micheli, "Le avanguardie artistiche del '900", acquistato per un esame. L'amica sosteneva che fosse un delitto squartarlo in quel modo brutale (ho solo forzato il dorso, niente di che) e pretendeva che lo studiassi senza forzarlo ulteriormente - il che voleva dire sbirciare tra le pagine...cosa per me assolutamente impossibile.
Quando mi capita per le mani un libro intonso, ma a prestito, confesso che devo impegnarmi il più possibile a non spalmarlo per bene...ma il rispetto per le cose altrui vince anche su questa mia mania.

Una cosa che invece non sopporto proprio sono le "orecchie": non le ho mai fatte e mai le farò. Piuttosto tengo il segno con qualsiasi cosa mi capiti a tiro, dalla carta di un cioccolatino al campioncino di una cremina in bustina. Non sopporto neanche di usare le ali delle copertine, che in questo modo si sconquassano per bene.
Di recente, in treno, mi sono trovata a osservare una ragazza intenta alla lettura di un romanzo: se fiuto un libro, devo assolutamente riuscire a sbirciarne il titolo, a costo di contorsioni o sfacciataggine. In prossimità della stazione, mi rendo conto che la ragazza sarebbe scesa: quale momento migliore per scoprire il titolo fin'ora nascosto se non la chiusura del libro stesso! Ma ecco che un fattaccio mi distrae: con grande nonchalance, la tizia piega l'angolo di una pagina - e il libro era della biblioteca!!! Sono rimasta congelata dal fastidio e dalla tentazione "glielo dico o non glielo dico" che non si fa così? Me ne sono stata zitta, ma mi brucia ancora, lo ammetto. La cosa assurda è che ogni biblioteca che si rispetti lascia nei libri prestati un segnalibro con la data di scadenza del prestito...eppure trovo spessissimo ricordi del passaggio di questi orecchaitori seriali.

Dei miei libri sono gelosissima: li presto solo a persone fidate ed è un onore che non capita a chiunque :-P Qualche anno fa, sono stata molto vicina a una scenataccia verso la mia comapgna di stanza in collegio: avevamo gli stessi gusti in fatto di libri e ce li passavamo a vicenda. Una volta le ho prestato uno dei miei preferiti, della serie di "Ayla, figlia della terra", della Auel: l'amica se lo portò a casa nel fine settimana, e nella mia testa già lo vedevo caduto in terra nel treno, posato sul tavolo della cucina vicino alle patatine fritte o a bicchieri pericolosamente pieni, conteso dai gatti...ho impiegato tutta la mia buona volontà per dirle solo "sai, la prossima volta mi farebbe piacere se me lo dicessi prima", quando in testa avevo un discorso che avrebbe fatto arrossire Belzebù.

2 responsi:

Francesca ha detto...

felice di aver scatenato tutte queste considerazioni :-)
Anch'io se vedo una persona sul treno che legge mi contorco pur di leggere il titolo :-) e sono pronta ad assisterti in una crociata contro gli orecchiatori seriali!!!

aerie ha detto...

I libri li tratto più come Francesca, non sopporterei di vederli rovinati.
Pero' anche io li presto solo a chi mi fido e faccio un sacco di raccomandazioni.

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