22 giugno 2009

Esperimenti sconvolgenti

L'esperimento pranoterapeuta si è concluso: quattro sedute nel giro di una settimana, e via, come nuova!
Scherzi a parte, non ho idea se quello che è emerso nell'ultima settimana sia frutto di ragionamenti ormai maturi e pronti per essere colti, o se effettivamente la terapia abbia avuto il suo peso - ma glielo concedo, se non altro per non pensare di aver buttato via un po' di soldini. La cosa più difficile è proprio questa, valutare se e cosa abbia fatto: insomma, c'è 'sto tizio che per un'ora ti passa le mani intorno alla testa e al corpo, con contatti minimi, e le sensazioni che provi non le sai proprio definire, non capisci se sia suggestione o se effettivamente "qualcosa" si stia muovendo.
In ogni caso, alla terza seduta sono scoppiata in un pianto dirotto: anzi, è più corretto dire che le lacrime hanno iniziato a scendere di propria iniziativa, senza nulla che io potessi fare per controllarle - cosa che tra l'altro non era nelle mie intenzioni, per una volta che mi sblocco, mi lascio pure andare, e l'ho fatto pure senza ritegno.
I motivi delle lacrime sono diversi e non li voglio condividere perché 1. ci sto ancora riflettendo e 2. sono molto, molto personali.
Però di una cosa vi metto a parte: ho ricominciato a dipingere. Dopo 4 anni che non toccavo i miei adorati colori ad olio, ho ripreso un dipinto lasciato allo stato di abbozzo, una vita fa. Adesso nella casa di campagna dove andavo a studiare, ho impiantato il mio atelier personale, con tanto di reperto storico...avevo un prozio (prete) che aveva la passione della pittura e della fotografia (che sia genetico?) e tramite una zia ho ereditato il suo cavalletto e la cassetta dei colori. La cosa incredibile è che i colori avranno 50 anni, ma sono ancora buoni! Non li ho ancora toccati, però: mi sembrerebbe un sacrilegio farlo ora.
Perché?
Le cose stanno così: in 5 anni di Accademia non sono riuscita a trovare il mio "stile", un modo di dipingere che fosse davvero mio. L'ultimo anno poi mi sono data alla fotografia, quindi la pittura si è arenata. E non sono affatto brava, lo ammetto senza troppi patemi: nei ritratti sono negata, in anatomia artistica ho penato per 5 anni (pure masochista sono: il corso dura 4 anni, io sono andata a lezione anche nell'anno di tesi...). Però sono convinta che il mio non esser brava sia motivato dal fatto che cerco di essere "altro da me": ho in mente Caravaggio, Michelangelo, Tintoretto, mentre quello che esce dalle mie mani è una ciofeca. Sento che tutto quello che ho cercato di produrre è stata una forzatura nei miei stessi confronti: forzatura dovuta, dato che da qualche parte dovevo pur cominciare, ma resta un falso, un non-io.
Così ho deciso che farò come "nonno" Duchamp, che non sapeva a quale movimento artistico aderire e li ha provati tutti: dipingerò il più possibile, qualsiasi cosa mi colpisca o mi piaccia, prendendo spunto da opere d'arte dei grandi Maestri o dalle mie foto. E lo farò non per copiare pedissequamente il Maestro, ma cercherò di far emergere me.
Il primo dipinto è ormai finito: e cosa poteva essere se non la Sibilla delfica di Michelangelo, altrimenti nota come Pizia? :D

2 responsi:

aerie ha detto...

Vedere, vedere!!!

Francesca ha detto...

fotoooo!!! Se no come facciamo a dirti in quale stile dai il meglio di te??? ;-)

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