6 novembre 2009

Ma quanto ci piace chiaccherare!

Fin da piccola, i miei mi hanno insegnato che al cinema si sta in silenzio: è un locale pubblico, dove c'è altra gente, che si suppone voglia guardare il film in tranquillità.
Capita a tutti di rivolgersi al vicino di poltrona per un commento, una battuta, una domanda su un passaggio poco chiaro: se fatto in modo discreto, sottovoce, e di rado, non crea alcun fastidio.
Ben diverso è il discorso di chi crede di essere nel proprio salotto, fregandosene di chi sta seduto intorno ed è costretto ad ascoltare chiacchiere indesiderate.
Ultimamente mi capita spesso di trovarmi vicino a persone del genere, e più succede, più divento intollerante. Odio fare la rompiscatole: il cinema è un passatempo, un modo per staccare dalla giornata trascorsa. Per chi sta tutto il giorno in ufficio, o costretto sui banchi di scuola, può essere un momento per rilassarsi e godere di un momento informale. Quindi capisco che un commento possa scappare a voce più alta; che l'attore di turno sia particolarmente belloccio e che riporti alla memoria altri film; che la pellicola sia invece noiosa e che si cerchi conforto nell'amico a fianco. Ma tutto ha un limite! Dopo un po' di sopportazione (lasciamoli vivere), uno sguardo velenoso (che anche al buio è evidente, soprattutto se giri la testa verso un punto che non è lo schermo), uno schhhh! sussurrato, sbotto. Mi accontento di un "per favore, silenzio", quando invece vorrei esprimermi in espressioni più ironiche (Volete un thè? Dei biscottini?) o colorite (Piantatela di romperci i ***!!!), ma così passerei io dalla parte del torto.
Ieri sera la chicca: cinema parrocchiale, seconda visione di "La ragazza che giocava con il fuoco", a 2,50 euro ti accontenti anche delle poltroncine striminzite che ti costringono con le ginocchia in bocca.
Inizia il film: da subito sento voci femminili dietro di me commentare tutto. Dall'inizio alla fine è stato un pi-pi-ci-ci-gne-gne con risatine assolutamente fuori luogo - è un thriller con risvolti drammatici, cosa ci trovavano da ridere? Speravo nell'intervallo, ma forse per la lunghezza della pellicola hanno pensato di evitarlo: non sopportando più il brusio fastidioso, mi sono voltata e ho esclamato una richiesta di silenzio. Silenzio che è durato 5 minuti.
Alla fine del film ero inviperita: volevo godermi lo spettacolo, avevo i nervi a fior di pelle. Mi sono voltata e con calma ho detto alle (tre) signore: dato che vi piace chiacchierare, che ne dite di noleggiare un dvd, la prossima volta?
Hanno chiesto scusa? Nooo! Mi hanno chiesto con l'aria più innocente del mondo che fastidio mi avessero dato.
Rispondo che al cinema si sta in silenzio, per buona educazione e civiltà.
"Se le davamo fastidio, poteva spostarsi" - e giù a commentare il mio intervento tra di loro.
Mi volto, guardo Apollo: andiamo via, subito!
Di solito sono una persona calma e posata: ma in certe situazioni perdo le staffe, come la Regina di Cuori di Alice, allora preferisco una ritirata strategica, piuttosto che mostrare il mio lato da Miss Hide. Certo che qualche volta ci starebbe anche bene uno sfogo sopra le righe, se non altro per la salute del mio stomaco!

2 responsi:

Demart ha detto...

E vogliamo parlare di chi parla continuamente al telefono in pullman quando uno vorrebbe dormire? E dei branchi di ragazzini che vengono a fare chiasso sotto casa?
Hai tutta la mia comprensione, Pizia. Purtroppo noi persone civili siamo sempre meno...

aerie ha detto...

Hai fatto benissimo!!

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