17 gennaio 2010

Bamboccione a chi?

Il papà dei bamboccioni, che a quanto ha detto il tiggì1 domenica sera a 30 anni non sapeva farsi il letto, secondo me aveva pure seri problemi in matematica.
Punto primo: a 18 anni un ragazzo è ancora alle superiori. Uscire di casa significa o che paparino paga (con che soldi?) o trovarsi un lavoro: questa possibilità non è così remota, ci sono molti studenti che arrotondano lavorando la sera o nei week-end. Ma appunto arrotondano. Lo stesso dicasi per uno studente universitario.
Per un lavoro part-time di 24 ore a settimana, serale e festivi compresi, 5 anni fa prendevo poco più di 500 euro.
Facciamo un paio di conti:
- affitto: se va bene, dai 200 ai 350 euro - condividendo l'appartamento con altri studenti/lavoratori.
- spese luce acqua gas: quando stavo a Venezia se non erro si aggiravano sui 100 euro a bimestre, facciamo 60 euro al mese per tenerci larghi.
- vitto: 100 euro al mese, andando al discount, scontrini alla mano -e ho speso poco nel mese "campione".
- telefono: non venitemi a dire che è un optional perché non ci crede nessuno. Io me la cavo con 10 euro al mese, con la tariffa giusta.
- trasporti: la benzina costa 1,30 euro al litro; l'autobus, corsa urbana, 1,10 euro; il treno, per 60 km, regionale, 3,85 euro. Per gli spostamenti in auto conto circa 50 euro; idem per l'autobus, contando solo un'andata e ritorno al giorno, e l'abbonamento costa poco di meno; di treno, per 60 km, ci si aggira sui 56,10 euro.

Totale:  410/560 euro al mese. Cui si devono aggiungere anche i costi fissi annuali, come il bollo dell'auto e l'assicurazione: per il primo ho pagato 109 euro, per la seconda di preciso non lo so, facciamo 300 euro ma sono pochi, ho visto alcuni preventivi che si aggirano sui 500).

All'elenco mancano:
- vestiti, e sappiamo tutti quanto può costare un paio di jeans. Io li trovo a 20 euro e sono ottimi, nello stesso posto compero magliette, maglioni e pigiami. Se sono 200 euro l'anno son comunque pochi.
- scarpe: qui si deve spendere un po' di più, perché non ha senso prenderne un paio a poco prezzo se ti dura giusto un km. Altri 200 euro, e ancora son pochi.
- capelli: o proponiamo un revival neo-hippie, o i nostri 30 euro l'anno ce li mettiamo. I maschietti son fortunati, perché possono anche usare la macchinetta, noi femminucce siamo costrette ad andare dal parrucchiere, che per taglio e messa in piega minimo minimo chiede 30 euro, appunto. Certo che se una ragazza ha un taglio medio-corto, il costo lievita perché deve recarsi più spesso a regolarlo.
- svago: o vogliamo metterci tutti in clausura? Cinema scontato (3,5-5,5 euro), pizza + bibita (se hai culo trovi il posto che fa conto tondo 10 euro), una birra (3 euro): 20 euro al mese? Ma chi ci crede?
- stiamo parlando di studenti lavoratori: mancano i libri! Per ogni esame, se ti va bene, son 30 euro che partono (quello che sto preparando ora richiede praticamente un mutuo: 300 euro di libri, e non tutti sono reperibili in biblioteca, o ci sono ma non vanno a prestito)

Riassumiamo: studente lavoratore part-time, solo di generi di prima necessità si brucia quasi tutto lo stipendio. Ah, ovviamente è necessario essere non fumatori per rientrare nel budget.
Ipotesi: lo studente lavoratore è così bravo da rientrare nella mensilità anche con gli extra.
Resta un problema, ma piccolo piccolo: il lavoro. Se ti va bene, vieni assunto con contratti di 3-6 mesi: un mio amico ha lavorato per quasi un anno con contratto rinnovato ogni 30 giorni. Praticamente sei alla continua ricerca di un lavoro e soprattutto non hai nessuna garanzia che allo scadere del contratto subentri un altro impiego. Questo significa sicurezza zero: spendi (quasi) tutto lo stipendio in un mese, per il mese successivo devi fare affidamento su un nuovo stipendio, e se non arriva? Puoi digiunare, puoi andare a piedi come Forrest Gump, puoi non frequentare le lezioni, puoi non telefonare, puoi andare a lavarti a casa dei tuoi, vivere senza riscaldamento e senza luce, ma l'affitto come diavolo lo paghi?
Chiedere un prestito? Con che garanzia? Solo il diavolo accetta in cambio l'anima, le banche non credo arrivino a tanto.

Morale: comunque mamy  e papy una mano te la devono dare. L'indipendenza non è pensabile, nemmeno a 30 anni - a meno che tu non abbia iniziato a lavorare appena finito il liceo, quando tutti ti spingevano a proseguire gli studi. Saggia decisione, dico io: tra i miei amici, quelli che vivono da soli o con il/la compagno/a o hanno iniziato a lavorare a 18-20 anni, o hanno dietro genitori che li sponsorizzano, lavoro compreso.

Là fuori, Signor Bamboccione, ci sono migliaia di giovani che darebbero un braccio per poter andar fuori di casa, per poter avere uno straccio di lavoro: quindi ci faccia la cortesia, o fa' in modo che sia realmente possibile uscire di casa a 20 anni, o si limiti a parlare del tempo. Grazie.

2 responsi:

Demart ha detto...

Come sempre concordo in pieno con te. Solo una piccola puntualizzazione e un piccolo errore di visuale. La puntualizzazione: quest'uomo meraviglioso è in meravigliosa compagnia, del signor Tommaso "Le tasse sono bellissime" Padoa-Schioppa, funesto ministro del precedente governo - per cui, turandomi il naso, ho votato e voterei ancora, che masochista che sono, eh?
L'errore: qui non siamo su Wikipedia, non bisogna presumere la buona fede, altro che caprone in matematica: costui non perde occasione di dimostrare quanto sia in malafede... :PPPP

cryceto ha detto...

faccio parte di una terza categoria: i miracolati. Dopo 3 anni di agghiacciante precariato, ho avuto l'enorme fortuna di poter essere assunta per un nuovo progetto. E - credimi - ogni giorno ringrazio il Cielo per questo.
Ma quando vedo e sento storie degli altri mi rendo conto che "normalità è precariato" per noi trentenni; e che spesso la discriminante non è il vero talento o la capacità, ma la raccomandazione.
Ma che ci venga a dire un nano alto un metro e 5 cm che è d'obbligo per noi andare a vivere da soli, lo trovo assurdo e ingiusto. Che si riducano da sè lo stipendio, e diano assegni statali per sostenere i bamboccioni...anche se continuo ad asserire che è meglio essere trentenni e bamboccioni, piuttosto che ministri e coG*ioni.

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