Inizio l'anno nuovo con una classifica dei miei personali Veglioni di Capodanno: dei 32 trascorsi ne ricordo poco più della metà, e non è detto sia un male.
Quelli dell'infanzia sono tutti ambientati a casa degli amici dei miei genitori, nonché vicini di casa, con parenti e amici vari, tutti con prole quasi coetanea al seguito. Caminetto, musica e pandoro: quella sì che era vita! Poi è arrivata l'età "da grandi" e qui sono inziati i problemi, come si vedrà nel seguente podio dei caponanni peggiori:
- Al terzo posto una festa scelta di ripiego, per evitare una cena che sarebbe stata oltremodo spiacevole, tanto da costringermi a un Ultimo Irripetibile: la discoteca. Mi cospargo il capo di cenere, mi nascondo dietro la lavagna con le orecchie da asino, mi inginocchio sui ceci. Demenza da millennio (1999-2000).
- Al secondo posto il Capodanno di seconda liceo, 1993-1994: festa a casa di una compagna di classe, con amici e amici di amici. Se fossi stata da sola, credo sarebbe filato tutto liscio, papy non ha mai brillato per acume. Peccato che mi fossi portata dietro un'amica, scortata dal padre - non si va in casa d'altri senza sapere chi siano: tale sveglio genitore, novello Sherlock Holmes, dedusse dai discorsi dei proprietari di casa che ci avrebbero lasciati a noi stessi, per andare ad un'altra festa. Il tempo di tornare a casa a riferire, e mamy chiama per avvisare che qualcuno sarebbe venuto a prelevarci alle undici: non sta bene che dei ragazzi stiano in casa da soli. Il motivo: "e se vi fate male con i petardi?" Mica eravamo nel deserto: e mai una bugia è parsa meno credibile.
- Si conquista il podio il Veglione 2005-2006, ambientato in quel di Veggiano, dalle parti di Comano-Trento. Posti meravigliosi, un borghetto da favola, una neve che qui ce la sognamo: unico neo, la compagnia. Un'asociale egoista che, a ora di pranzo, prepara le bistecche all'olio (cottura 2 minuti) mentre in tre eravamo impegnati con pastasciutta e puré (tempo stimato, 20 minuti): risultato, in 5 pranzano mentre noialtri sgobbiamo. Ma che soddisfazione vedere quegli stomaci sazi sbavare davanti alla mia pasta alla vodka!
Una tontolona che mette nei piatti salmone evidentemente avariato, mescolandolo con quello buono, e che butta 1 kg di pasta per otto persone, quando il menu prevedeva altre 4 portate, dolce escluso.
Quattro noiosi che restano in casa mentre gli altri son fuori a scoppiare petardi: di questi, due rientrano in casa appena finiti i botti, mentre Apollo e io restiamo fuori a goderci la neve e un cielo che così stellato l'avevamo visto solo a Corfù. Rientrati, troviamo la compagnia in pigiama: era l'una, tutti a nanna! Increduli, siamo rimasti alzati a farci le domande di trivial, poi la desolazione ha vinto e siamo andati a concederci l'oblio del sonno. Non ha giovato sapere che i miei amici si erano divertiti un mondo.
- Capodanno 2000-2001, Assisi: con diverse centinaia di giovani, in una palestra, ad ascoltare i frati che si avvicendavano in aneddoti di vita vissuta e preghiere. Fuori si sentivano i botti, noi eravamo nel più completo silenzio, scambiandoci gli auguri con una stretta di mano o uno sguardo. Irripetibile.
- 1997-1998: i due giorni più freddi della mia vita, in una casa in montagna riscaldata solo dal camino, con le moneghe nel letto. Tre coperte, tuta felpata, calzettoni di lana doppi, giacconi, e avevamo ancora freddo, non so come ho fatto a dormire, la notte del 30. Il giorno dopo la casa si è riempita di gente ed è cominciata la festa, praticamente un after: sarà stata la gente, sarà stata la compagnia, saranno state le risate, il freddo era solo un ricordo.
- 2002-2003: casa delle feste, assolutamente indimenticabile! Casetta mia era ancora del nonno: il riscaldamento andava col contagocce, non c'era la cucina, il bagno era infestato dagli scarafaggi (resistenti a qualsiasi veleno). Sono arrivata qui alle nove di mattina per accendere il caminetto e scaldare la stanza; durante la giornata gli amici si sono alternati per farmi compagnia e per darmi il cambio mentre tornavo a casa a farmi una doccia e togliermi la fuliggine dai capelli. Cena a base di carne ai ferri (o erano panini con il wurstel?) e zampone/lenticchie riscaldate sulla brace: il Thunderball di Ivo ha fatto il suo dovere, e a mezzanotte cantavo che era un piacere (non per gli altri). A un'ora X mi sono accomodata in poltrona, sprofondando in un sonno comatoso, per risvegliarmi nel bel mezzo di un cruciverbone assurdo come solo i miei amici riuscirebbero a concepire. Sparavo le risposte (esatte) a caso, anche se non era il turno della mia squadra: l'unica che ricordo è la definizione "La capitale del Madagascar", risposta "Impronunciabile" - l'ho azzeccata: campionessa di trivial da sobria e da ciucca, non ho rivali! Per la notte ogni centimetro di pavimento era occupato da sacchi a pelo: io mi ero presa il divano, che per mia sfortuna era tutto a bozzi e giusto un po' corto, un incubo. Aggiungiamo i postumi di una sbronza colossale in assenza di citrosodina, l'impossibilità a muovermi causa sacchi a pelo altrui, i tentativi di Ivo di far smettere di russare l'uomo misterioso (omertà scese pietosa sul disgraziato): ma resta il miglior veglione tra quelli passati, e credo manterrà il record anche per anni a venire.
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