15 marzo 2010

Diario di tesi - Giorno 1

Apollo lo sa fin troppo bene, sono una maniaca dell'organizzazione: giovedì scorso, nonostante la casa che sembrava sul punto di crollarmi sulla testa, ho deciso che oggi avrei iniziato "ufficialmente" le ricerche per la tesi.
Avevo programmato una giornata in biblioteca, per consultare il catalogo di una mostra degli anni '70 che costituirà il punto di partenza, nonché il nucleo delle mie ricerche: ne avrei anche approfittato per chiedere lumi sulla consultazione dei vecchi quotidiani e delle riviste dell'epoca di suddetta mostra. Ieri pomeriggio avevo pronti quaderno, penna e orari dei mezzi pubblici - andare in biblioteca in auto è un suicidio, oltre che una grande perdita di tempo. Pazzesco, non avrei mai pensato di poter affermare che i mezzi pubblici possono essere più pratici, economici e veloci dell'auto! Chiusa parentesi.
Evidentemente la settimana della sfiga non era ancora finita: verso ora di cena inizio a percepire le avvisaglie della mia croce personale, la cistite*. Prendo subito una delle mie pastigliozze che nel giro di mezz'ora fa il suo dovere.
Alle undici mi metto in pigiama, pronta a ficcarmi sotto il piumone, ma devo tornare in bagno: non faccio in tempo a sedermi sul letto che mi ritrovo con la sensazione di aver bevuto litri di acqua e l'impellente necessità di innaffiare il giardino. Dopo un quarto d'ora di andirivieni dal bagno, riesco a stendermi e spegnere la luce: dormire è un'impresa, ma in qualche modo il sonno arriva, condito da incubi in 3-D.
Alle due e mezza mi sveglio e passo i successivi venti minuti tra letto e bagno: tra un viaggio e l'altro prendo la bustona di antibiotico specifico, che preferisco assumere solo in casi gravi, e questo senza dubbio lo era.
Dopo le tre ero conciata peggio che peggio, mamy è in vacanza a Roma, con cellulare ovviamente spento, quindi mi risolvo a fare l'esperienza della guardia medica: da piccola mi immaginavo tale figura come un carabiniere in alta uniforme, sempre sull'attenti, con in mano, al posto del fucile di ordinanza, una valigetta da dottore.
Scopro che il numero da chiamare è un centralino automatico - non c'è niente di meglio che trovarsi in lacrime, piegati in due dal male, e dover pensare a quale maledetto tasto pigiare. Riesco nell'intento di mettermi in collegamento con la sede di Vicenza: dopo un minuto di attesa la vocina registrata mi riferisce che l'operatore non è al momento raggiungibile. Se durante le sfighe della scorsa settimana avevo lasciato qualche santo in paradiso, l'ho tirato giù stanotte.
Premo nuovamente il tasto "chiama", e subito mi risponde un essere umano: troppo bello per essere vero, ero stata ovviamente deviata al numero sbagliato - sempre ospedale, ma non guardia medica. Ritenta, sarai più fortunata.
Ri-richiamo, ma stavolta mi faccio furba: col cavolo che chiedo di Vicenza, mi auto-dirotto verso un ospedale della provincia. Subito mi risponde un uomo dalla voce gentile, che mi conferma che quanto avevo assunto era corretto e che potevo tranquillamente prendere un altro pastigliozzo per calmare il dolore. Ringrazio e auguro buonanotte: mi resta il dubbio del perché la telefonata fosse registrata e perché il dottore mi abbia chiesto nome, indirizzo e numero di telefono. Come se certa gente trovasse divertente telefonare in ospedale alle tre di notte per fare scherzi idioti.
Scendo per la medicina, rifaccio un altro paio di viaggi letto-bagno nonostante il dottore mi avesse intimato di evitare altra plin-plìn, e finalmente ritorno nel mondo dei sogni degli incubi.
Nuova sveglia alle cinque e mezza, ma per fortuna il dolore era quasi sparito: di andare in biblio dopo una notte praticamente in bianco non se ne parlava nemmeno, e senza alcun senso di colpa me ne sono rimasta a letto fino a tardi.
Sarei ancora sotto le coperte se non fosse per il nonno, che mi ha chiesto di procurargli il modulo per il 730 e che dalle undici di stamattina ha chiamato sei volte: non ho osato rispondere, per lui sono stata in biblioteca e non avevo il telefono con me. Farò la finta tonta, chiamandolo tra un'oretta, esibendomi in una delle mie migliori interpretazioni da Oscar: con il nonno non si scherza su certe cose, è quello che si lamenta che al supermercato trova solo una confezione di dentifricio, quando a casa ne ha altre sei.



*Cistite: patologia delle vie urinarie (si sente che ho la mamma medico?), causata per lo più dalla presenza di batteri nell'uretra o nella vescica, che provoca plin-plìn che pare fuoco, necessità di plin-plìn anche se non ne hai una sola goccia in corpo, e contorno di dolori vari al basso ventre. Nei casi peggiori, si aggiungono brividi e difficoltà a camminare per il dolore. Una goduria, no?

3 responsi:

witchblue ha detto...

No, nessuna goduria. Ne ho sofferto in forma abbastanza grave l'estate scorsa. Arrivata di venerdì, soffro di sabato e domenica non stavo in piedi né in alcuna altra posizione. Alle 7,00 di lunedì mattina mio marito mi ha portato dal medico che ha aperto per me (la forza della persuasione lacrimosa) e mi ha sforacchiato il sedere con una super dose di antidolorifico oltre ad una sfilza di esami e pastiglie varie. Ti capisco e, leggendo, ho avuto la sensazione che hanno i maschietti quando provi a dargli una manata in mezzo alle gambe:

"Benone, dato che la lezione aveva in programma una dimostrazione di quella differenza possiamo procedere. Il signor Hiltopp qui presente con cui non ho mai lavorato e a cui non ho dato precedenti istruzioni ha gentilmente offerto i suoi servigi per la dimostrazione di questo pomergiggio, signor Hiltopp salti giù dal lettino e si metta in piedi lì davanti, un salto niente male, signor Hiltopp vuole alzare il ginocchio sinistro, prego, avete appena visto l'effetto di un impulso nervoso volontario, comincia con uno stimolo dalla corteccia cerebrale, passa attraverso la base del cervello ed arriva ai muscoli interessati, signor Hiltopp può abbassare il ginocchio. I movimenti riflessi sono quelli che invece non dipendono dalla volontà ma sono effettuati tramite collegamenti fra il sistema nervoso periferico e il sistema nervoso centrale. "Brutto, sporco, lurido, figlio di puttana!" Noi non siamo coscenti di questi impulsi né abbiamo la volontà che essi compiano la contrazione dei nostri muscoli, eppure, come avete visto, funzionano da soli, ma se invece noi blocchiamo questi impulsi semplicemente applicando una pressione, il che può essere fatto con una qualsiasi morsa di metallo sul rigonfiamento alla base del nervo posteriore, per diciamo 5 o 6 secondi. "Brutto bastardo, incestuoso e porco!" Come vedete ogni comunicazione è interrotta. Non basta la nostra meccanica perfetta, in mancanza di questo continuo arrivo di impulsi motori noi crolleremmo come un pezzo di stoffa bagnata."
(FRANKENSTEIN JUNIOR)

Demart ha detto...

OMG. Quando avrai finito la tesi pubblicala e ci metti come introduzione questo diario: sarà il primo caso di romanzo e saggio scientifico 2 al prezzo di uno (una copia me la invii gratis eh: ti ho dato l'idea e le idee si pagano :P)

aerie ha detto...

Il succo di mirtillo è un toccasana per la cistite, forse potresti assumerlo regolarmente...

Posta un commento