23 marzo 2010

Diario di tesi - Giorno 1.1

Oggi ho ufficialmente iniziato le ricerche per la tesi, alleluja alleluja: per il momento ho in mano un osceno catalogo degli anni '70 e una bibliografia consultabile solo a Venezia.
Stranamente, oggi non sono stata colta dal timore reverenziale che mi prende ogni volta che metto piede in una biblioteca: per un'amante dei libri come la sottoscritta sembra un controsenso, eppure è così.
Già le regole delle biblioteche non ispirano simpatia, soprattutto perché ognuna ha le proprie, e non sono quel che si definirebbe "agili".
La Marciana, a Venezia, anni fa voleva una tessera per la consultazione e una per il prestito: se avevi necessità di fotocopie, le dovevi pagare col sangue. Per chiedere un volume, ti mandavano in una stanzina tappezzata di libri, che dava un senso claustrofobico non indifferente, complice l'arredamento d'epoca: lì ti aspettava il mallevadore, che prendeva in consegna la tua richiesta, con l'aria di chi stesse subendo il martirio, e ti lasciava aspettare n-tempo, a seconda delle richieste da soddisfare e dalla collocazione dei volumi. Per fortuna, con gli anni la procedura si è snellita: è un po' che non ci vado, mi sembra di ricordare che la tessera sia una sola, ma soprattutto non si è più costretti all'angusto sgabuzzino. Le richieste, ancora cartacee, vanno consegnate al banco del responsabile: i tempi di consegna sono parecchio lunghi, circa mezz'ora, ma per fortuna è possibile prendere i libri in lettura e lasciare una nuova richiesta, evitando di perdere ore nell'attesa.
A Vicenza, in Bertoliana dovrei sentirmi come a casa, dato che ho fatto il tirocino presso le sedi staccate e che qualche volta ho lavorato anche negli uffici della centrale: invece anche qui l'ansia è sempre dietro l'angolo. Le sale di lettura, seppur spaziose, sono dotate di tavoli ristretti, cosicché ti ritrovi a studiare gomito a gomito con un perfetto sconosciuto: l'acustica farebbe invidia a un teatro greco, tanto i bisbigli riescono ad attraversare la sala da cima a fondo, e per una che ha bisogno di silenzio assoluto non è davvero il massimo. Se poi è inverno e un utente è raffreddato, ma ritrovandosi senza fazzoletti "tira su col naso", la tentazione di salire sul ballatoio e centrarlo con un tomo dell'enciclopedia universale è davvero forte.
Il momento peggiore è quando, alla consegna dei libri richiesti, scopri che sono da consultare in "sala riservata": sono volumi disponibili in un'unica copia, o di particolare pregio, e non sempre lo si capisce dal catalogo. Per accedere alla sala, devi attraversare i meandri della biblioteca, tappezzati di moquette verde, oltrepassando porte dietro le quali si nascondono le temibili signore dei solleciti, che compilano missive minatorie indirizzate al lettore insolvente - nell'era dell'informatica e degli sms, la maggior parte degli utenti viene cortesemente sollecitata telematicamente, ma c'è sempre qualcuno che non sta al passo con i tempi.
-Divagata-
Quando ero tirocinante, mi è capitato di ricevere in consegna un libro con un ritardo di tre anni: la figlia del lettore ci spiegò che suo padre è molto distratto e che, nonostante le tre lettere minatorie, si era sempre dimenticato di restiruire il romanzo, finito in mezzo ad altri libri e trovato solo per caso.

Dicevo della sala riservata: cerchi di oltrepassare le porte del male camminando il più silenziosamente possibile, onde non arrecare disturbo a chi sta lavorando, cosa difficile se sotto la moquette c'è un pavimento che scricchiola; raggiungi quindi una saletta tranquilla e appartata, che adoro perché è l'unico posto della biblioteca con volumi di storia dell'arte ben assortiti e consultabili a scaffale. Qui i tavoli sono più grandi rispetto alle altre sale, forse perché sono destinati anche alla lettura dei manoscritti, ben più voluminosi rispetto ai libri moderni. Di solito è poco frequentata, soprattutto la mattina: l'unico difetto è che in inverno si gela e in estate ci si squaglia. La sala è costantemente sorvegliata da due bibliotecari, che seguono ogni tuo movimento nel terrore che i volumi sotto la loro custodia vengano in qualche modo danneggiati: studiare in questo modo è come fare plin-plìn con qualcuno che ti osserva.
Il ridicolo della procedura è che l'utente deve recarsi in sala riservata senza il libro richiesto, che verrà portato dal bibliotecario, appena disponibile: più di una volta mi è capitato di percorrere il miglio verde tampinata dal bibliotecario che trasportava solo il mio libro. Una volta mi sono anche azzardata a chiedere se potevo pensarci da sola, visto il momento di grande affluenza: d'altra parte, le finestre sono altissime e l'unica scala accessibile porta, credo, in magazzino. Neanche fossi un ladro al casinò, che arraffa e scappa, sono stata squadrata come avessi detto chissà quale eresia.
Domani sarà il turno di Palazzo Mocenigo, in Venezia, biblioteca specializzata in storia del costume e già sto male al pensiero: piccola, angusta, con scaffali antichi chiusi da grate metalliche contemporanee, tavoli piccoli, stipati un due stanzine che ricordano un salottino da dama del 1700, che se è periodo di esami non bastano per tutti, e un mallevadore che ti guarda sempre dall'alto in basso e che se gli chiedi una fotocopia è capace di dirti che è illegale, con il telefono già pronto per chiamare la polizia.

2 responsi:

Demart ha detto...

Sembra la Nazionale di Napoli (anche se non sono tanto severi ed occhiuti, ma ci mettono mezz'ora per prenderti il libro e le fotocopie costano un occhio della testa (es. con 3 euro ne fai 34; con 4 ne fai 46 ecc, con 1 ne fai 9 ecc.); vieni alla Brau a Napoli, trovi un ambiente accogliente (se dici alle persone giuste che sei amica mia ti trattano coi guanti; se lo dici alle persone sbagliate ti ritrovi una palla in fronte).

Avstron ha detto...

"Se poi è inverno e un utente è raffreddato, ma ritrovandosi senza fazzoletti "tira su col naso", la tentazione di salire sul ballatoio e centrarlo con un tomo dell'enciclopedia universale è davvero forte."
LOL

"Quando ero tirocinante, mi è capitato di ricevere in consegna un libro con un ritardo di tre anni: la figlia del lettore ci spiegò che suo padre è molto distratto e che, nonostante le tre lettere minatorie, si era sempre dimenticato di restiruire il romanzo, finito in mezzo ad altri libri e trovato solo per caso."
Quando in quarto superiore ho fatto lo stage in biblioteca abbiamo trovati foglietti del 2003, 2004, 2005... qualcuno l'ha anche riportato, dopo il sollecito telefonico.

"La sala è costantemente sorvegliata da due bibliotecari, che seguono ogni tuo movimento nel terrore che i volumi sotto la loro custodia vengano in qualche modo danneggiati: studiare in questo modo è come fare plin-plìn con qualcuno che ti osserva."
strano che non siano armati per fucilare l'utente colto nel fattaccio :P Ah no, è vero, poi chi lo toglie il sangue dal libro? XD

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