Nei prossimi giorni ho in programma una nuova visita alla biblioteca di Storia del Costume di Venezia, che è talmente all'avanguardia da non avere nessun computer a disposizione degli utenti per la consultazione del catalogo, e talmente user friendly da proporre un archivio cartaceo dove anche i libri esposti a scaffale non si riescono a trovare nella confusione delle schede.
Giovedì scorso ho chiesto un consiglio alla bibliotecaria, che mi ha proposto come metodo infallibile la ricerca via internet negli archivi opac e iccu: è più facile, ha detto, se effettui una ricerca libera, non per argomento né per soggetto.
Risultato: liste di centinaia di volumi, di cui la maggio parte non ha nulla a che vedere con le mie ricerche, oppure nessuna corrispondenza.
Scoraggiata, mi sovviene che dopo una precedente visita alla biblioteca, avevo compilato un archivio bibliografico tramite un programmino simpatico e semplice chiamato Alexandria. Una scheda principale riassume i dati del libro, mentre una secondaria consente di trascrivere appunti relativi: si può anche segnare il volume come "posseduto" o "da leggere".
Gasatissima per la scoperta, ho trascritto una decina di schede complete.
Il mese scorso mi è venuta la geniale idea di formattare il pc: salvo tutto tre volte, su tre supporti differenti, prendo nota dei programmi installati e delle impostazioni di sistema.
Ora nel mio pc c'è tutto, programmi e file, come prima della formattazione. Un solo dettaglio non quadra: avevo esportato l'archivio di Alexandria per caricarlo una volta reinstallato il database.
File -> esporta -> scegli formato: compare una lista di diverse estensioni con cui salvare il file, ingenuamente penso che una valga l'altra e scelgo la prima.
Morale: ho salvato il mio prezioso archivio con l'unica estensione che Alexandria non riconosce per importare il database.
Ma da quando in qua un programma salva un file che poi non è in grado di aprire??? ...e poi Jalo si lamenta che picchio il mio pc -.-
100 anni di radio
1 mese fa
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