8 giugno 2010

Il professor Jekyll e il signor Hyde

La prima volta che mi è capitato di incontrare il professor B. è stato un paio di anni fa: avevo intenzione di sostenere il suo esame da non frequentante, dato che le lezioni si svolgevano il sabato mattina e che comunque la presenza era facoltativa.
Avevo preso appuntamento con lui presso il suo ufficio: non so per quali motivi non riceveva gli studenti in facoltà. Al mio arrivo mi sono trovata intimorita dall'antico palazzo veneziano dove il professore lavorava, sede di un'importante istituzione nazionale: pavimenti alla veneziana lucidati a specchio, lampadari di Murano probabilmente risalenti a un paio di secoli fa, dipinti alle pareti e personale vestito elegantemente.
Una signorina cortese mi annuncia al professore, che viene ad accogliermi sulla porta del suo studio: entrata, mi aiuta a togliere la mantella, che appende con cura all'attaccapanni, quindi mi scosta la sedia e mi fa accomodare. Trascorro una piacevole mezz'ora, in cui il professor B. si prodiga per fornirmi il materiale necessario alla preparazione dell'esame, ma anche mi intrattiene con chiacchiere interessate al mio percorso universitario attuale e precedente.
Al termine del colloquio, mi aiuta ad indossare la mantella, mi stringe la mano con cortesia e cordialmente mi saluta.
Uscita dal palazzo, ero convinta di essere reduce da un salto temporale nel secolo scorso, quando le buone maniere non erano un optional.
Per vari motivi, ho rimandato l'esame fino all'ultimo: anche quest'anno non potevo seguire il corso, così ho approfittato di un viaggio a Venezia per un colloquio con il mio relatore in coincidenza con l'orario di lezione del professor B. Mi sono presentata in anticipo rispetto all'inizio della lezione, onde non rubare tempo allo svolgimento del corso: trovo l'assistente, cui spiego il motivo della mia visita, che mi avverte che il professore sarebbe arrivato un po' in ritardo. Cortesemente, mi spiega a grandi linee l'argomento dell'esame e le modalità di preparazione: nel frattempo il docente telefona, per avvisare che era per strada, e l'assistente gli accenna della mia presenza.
Neanche cinque minuti dopo, il professore entra in aula tutto trafelato, mi travolge quasi col suo passo marziale, dopodiché mi si piazza davanti e mi accusa:
- Così tu non vuoi seguire il corso.
- Professore, a dire al verità non è che non voglia, ma purtroppo non posso.
- Perché purtroppo? Non dispiacerti! (acido come uno yogurt andato a male)
- Perché credo che le lezioni siano parte integrante di un esame, e se possibile cerco sempre di seguirle. (intendendo: chi non va a lezione è sempre penalizzato)
Non faccio in tempo a terminare la frase, che il prof mi schiaffa sul banco la bibliografia e la traccia per la tesina, mi chiede se mi sarei fermata e al mio diniego mi congeda bruscamente.
Esco frastornata, chiedendomi se quello con cui avevo appena avuto a che fare fosse il gemello cattivo del signore gentile che avevo conosciuto un anno e mezzo prima.
Oggi è finalmente arrivato il giorno dell'esame: sinceramente, non me ne poteva fregare di meno, dato che è uno di quei corsi stupidamente obbligatori, al posto dei quali avrei preferito fare, per ciascuno, altri tre esami di storia dell'arte.
Avrei dovuto studiare due libri, che invece mi sono limitata a leggere attentamente all'inizio, per poi sfogliarli in velocità e senza molta convinzione, giusto perché dovevo. La tesina era pronta da un mesetto, ormai me l'ero dimenticata e non mi sono sprecata a ripassarla troppo. Un diciotto con calcio nel sedere mi sarebbe andato più che bene: della media ormai non me ne frega niente, voglio solo finire 'sta maledetta università.
Arrivo in anticipo e trovo l'assistente, sempre gentile e cortese. Dopo un po' arriva anche Lui, che osservo con terrore per cogliere segni di squilibrio e prepararmi al peggio: deposta la borsa, esce a fare l'appello - non così lungo dato che eravamo in tre più uno che aveva solo bisogno di scambiare due parole con il docente.
Con un sorriso, il professor B. chiede a noi esaminandi di poter conferire con lo studente, trovando anche il tempo di rivolgere una battuta scherzosa a due ragazze in attesa di un altro esame.
Al mio turno, il prof mi accoglie sulla porta dell'aula, mi stringe la mano, mi chiede se preferisco essere chiamata "Anna" o "Letizia" o entrambi, si scusa per essersi dimenticato la mia tesina in ufficio e mi chiede se per caso ne avessi una copia a portata di mano.
L'esame in sé è stato una chiacchierata così piacevole che mancavano solo il tè e i biscottini, con battute e commenti scherzosi: la materia è stata affrontata nel modo che mi piace di più, ovvero partendo sì dai testi, per poi ragionare su quanto studiato e riportare le tesi in un contesto concreto, con critiche e proposte.
Alla fine mi sono beccata un 30, con tanti complimenti perché so ragionare bene e non mi limito a ripetere a pappagallo quanto studiato. (Mi sono tutta ringalluzzita, non per il voto ma per il commento: sono orgogliosa della mia testolina matta)
Registrato il voto, il professore mi scorta all'uscita, mi porge la mano e mi saluta con calore.
Forse dovrei fare un confronto con le date in cui l'ho incontrato e il calendario lunare...

10 responsi:

Gisella ha detto...

Compòlimenti per il tuo 30 e per la tua testolina che ragiona...ma non avevo bisogno di saperlo da un professore, che tu ragionassi lo avevo già capito anche solo leggendo i tuoi post!!!! Ciao Gisella

aerie ha detto...

Ah,ah!!!

Mica si chiama Lupin? ;-)

Cmq complimentoni, tra parentesi avere una testa pensante non è cosa da tutti ^_^

Io con me e me stessa ha detto...

Complimentissimi!!!!

Chiarella ha detto...

Io una controllatina la darei...

Complimenti!

Anonimo ha detto...

quando si dice che uno è umorale... O_o
Complimenti per l'esame!!!

Avstron ha detto...

Non serve il calendario lunare, basta uno normale: è sabato mattina, e probabilmente nun c'ha voglia manco lui di stare lì. XD

Avstron ha detto...

ah, dimenticavo: complimenti! :D

Pythia ha detto...

Grazie a tutte :D

Austro, il bello è che non ho mai parlato col prof di sabato mattina -.-

Avstron ha detto...

Ah visto che faceva le lezioni il sabato mattina pensavo fosse così n'altra volta. Comunque una giornata storta capita pure al più galantuomo dei prof.

Ma se vuoi sincerarti che non sia un licantropo...
http://kalender-365.de/calendario-lunare.php XD

Demart ha detto...

Piziuccettina, forse voleva darsi un tono davanti alla platea di studenti... Comunque complimentoni!

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