19 luglio 2010

I giorni della mer*da

Riassunto delle puntate precedenti:

  • si blocca la caldaia la vigilia della grande nevicata
  • salta la luce quando l'unica fonte di riscaldamento sono le due stufe – e il caminetto, vabbè
  • esplode un termo
  • si blocca il boiler
  • spacco il telefono e non trovo la garanzia
  • mi becco una cistite con i controca**i, di cui risento ancora delle conseguenze
  • faccio la tinta alla mia amica e la trasformo in una Crudelia Demon psichedelica, prendendomene pure la colpa
  • durante le vacanze pasquali in montagna, la caldaia va in blocco tre volte
  • in mia presenza la stampante dell'università non funziona
  • il pc va in crash ogni 3x2
  • su tre file che potevano essere danneggiati durante un crash, l'unico perso è quello del primo capitolo di tesi
L'epopea della mia sfiga non ha mai fine: temo che la mia vita attualmente sia sceneggiata dallo stesso autore di Vento di Passioni, non c'è limite al peggio.
Per trovare un po' di refrigerio dalla consueta calura estiva, Apollo e io siamo partiti per quello che potrebbe essere il nostro ultimo finesettimana nella sua casa in montagna: niente tragedie imminenti, semplicemente i divini genitori a breve si installeranno là fino alla fine della canicola, e col cavolo che mi passo anche una sola notte con loro, una mi è bastata a imperitura memoria. Il mio nome è Mai Più.
Venerdì partiamo quindi alla volta dell'Altopiano, con tutta la nostra santa calma: arriviamo che sono ormai le dieci, prendiamo al volo due pizze e corriamo a casa con lo stomaco che ulula dalla fame. In tre secondi la tavola è pronta: origano, posate, le pizze e due birre da 66 cl. Questa è vita!
Alle undici passate ci decidiamo a portare in camera le borse e a preparare il letto. Apro la porta del disimpegno che collega la sala da pranzo alla zona notte e subito noto qualcosa di strano: una macchia scura si allarga sulla moquette. Apro quindi la porta del bagno, pensando a una tubatura rotta. La casa ha i suoi anni e non mi sarei stupita se un tubo avesse ceduto.
Lo spettacolo che si è mostrato ai nostri occhi era qualcosa di abominevole. L'unica luce accesa era quella alle nostre spalle e il bagno restava in penombra: ripresi dal un tanfo nauseabondo che ci ha schiaffeggiati immediatamente, notiamo grumi grigiastri spuntare da un liquido scuro. Apollo si contorce per accendere la luce del bagno e crediamo di essere i testimoni dell'armageddon: dal wc spunta una massa bianco-marrone, un grumo compatto di quella che capiamo essere stata cartaigienica. Ovunque il liquame estende i suoi pseudopodi.
Restiamo in un incredulo silenzio. Il tempo di riprenderci dallo shock e Apollo ha già in mano il telefono per chiedere aiuto all'amministratore condominiale: alle undici e mezza di sera il suo cellulare non poteva che essere spento.
Poco prima avevamo sentito i passi della nostra sopra-condomina, la regina delle rompiscatole, l'urlatrice che ha prestato la sua voce per il doppiaggio di Tarzan, l'unica che si sente in diritto di abitare nel condominio, senza alcun dovere né rispetto per gli altri. Saliamo, io che cerco di trattenere la furia di Apollo, che aveva già fatto due più due: il suo bagno è sopra al nostro, noi non ci siamo mai, è colpa sua.
Cerco di parlare io, sorridendo e profondendomi in scuse per l'ora tarda: lei è gentilissima, ma dubito che lo sarebbe stata se ci fosse stato solo Apollo. La sua toilette funziona benissimo, non ci sono odori, né si è accorta di nulla di insolito. Ci consiglia di chiamare l'amministratore a casa.
Già non è piacevole sentire discorsi di fogna poco prima di mezzanotte, e subirli dopo essere stati svegliati lo è ancora meno. Risolviamo che a quell'ora non si può fare nulla, e che per le otto della mattina dopo avrebbe fatto arrivare lo spurgo.
Nel frattempo, la birra che mi ero gustata durante la cena era scesa e implorava di essere espulsa. Per mia fortuna, il cortile posteriore della casa è buio, e vanta pure la presenza di un abete con i rami bassi, l'ideale per nascondersi a fare plìn-plìn.
Non ci restava che abbandonarci all'oblio del sonno, sperando di non incorrere in incubi fognari.
Sabato mattina arrivano i soccorsi, prima nella persona del Signore delle Fogne, poi in colei che ha riportato il bagno come nuovo: la Wonder Woman delle casalinghe.
Aperta la porta della stanza infernale, non ha battuto ciglio: giusto due secondi per prendere fiato, e come Taz ha ripulito tutto. “Fresco al limone!” (cit.)
A mezzogiorno eravamo sulla strada del supermercato per le provviste: già mi immaginavo un tranquillo pomeriggio spaparanzata sulla sdraio a prendere il sole leggendo quei libri che giacciono abbandonati da un bel po' e che non vedo l'ora di finire. Non c'è niente di peggio che una lettura che si trascina senza destare interesse.
  • dopo pranzo arriva il diluvio.
  • trascorro il pomeriggio a tamponare la moquette bagnata che esalava miasmi d'oltrefogna.

4 responsi:

Ale ha detto...

e nemmeno un duello col mostro delle fogne che sale su per il cesso!!! che palle!!!

Avstron ha detto...

Come ha fatto a riempirsi in quel modo? :/

Pythia ha detto...

Bella domanda, Austro: vorremmo saperlo anche noi -.-'

giuseppina ha detto...

Il tuo blog è meglio di un antidepressivo, mi sto ribaltando dalle risate. A proposito, hai sentito ieri in tv la notizia di un boa finito nel wc e ritrovato e, penso, salvato, in un altro wc a tanti km di distanza? Non so dirti di più perchè avendo la fobia dei serpenti sono scappata via dalla cucina. Vi è andata bene!

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