Quest'anno a letture son messa proprio male: un anno fa, avevo letto il doppio dei libri, e con maggiore soddisfazione rispetto ad adesso. Ne imbrocco pochi, e per fortuna sono buoni.
Uno di quelli che ben promettevano ma non hanno mantenuto era "La notte dei blogger", che pensavo non potesse mancare nella mia biblioteca personale di scrittrice internettiana: non c'era, e ora che c'è spero di riuscire a cederlo ad altri.
Una raccolta di racconti dei primi blogger italiani, annata 2004, quando ancora non sapevo cosa fosse Wikipedia, figuriamoci un blog: venti farneticazioni a tema notturno, di cui ne salvo solo tre. Tutto il resto sembra un parto di menti malate, obnubilate dal fumo e dalla paranoia: solo al vedere il libro posato sul comodino mi sentivo male. Per fortuna mi sono messa in testa di non lasciare letture a metà, altrimenti mi sarei persa le ultime chicche, tre racconti spassosi e allucinati, ma in positivo, che mi fanno rimpiangere che i rispettivi autori abbiano chiuso i battenti dei loro blog.
Ho aperto la raccolta con un sentimento di reverenza: tra i venti selezionati c'era anche Lei, la prima Pizia.
Dopo due anni di vaneggiamenti, forse è arrivato il momento di spiegare il perché del mio nick - concedetemi questa doverosa parentesi.
Già al liceo, di tanto in tanto, mi firmavo come La Pizia, per l'assonanza con Letizia, mio secondo nome, e per certi presentimenti avveratisi in maniera inquietante. Per non parlare dei tempietti woodoo costruiti con Tuz.
Dopo anni di latenza, almeno nominale visto che i miei "poteri" c'erano - a singhiozzo, ma c'erano - sono approdata su Wikipedia: qui ho iniziato a rispondere all'Oracolo, e quale nick più adatto se non Pizia? E così son rimasta.
La variante alla greca, Pythia, è dovuta a un collega wikipediano, che così mi appellava solitamente: mi piaceva (la variante, non il collega) e me la sono tenuta.
Quando ho aperto il blog, sapevo dell'esistenza di un'altra Pizia internettiana, ma solo indirettamente: di suo non avevo mai letto nulla, e mi sono rifiutata di farlo per timore di venirne influenzata. Non volevo né ispirarmi a lei, né, al contrario, evitare modi, temi, riferimenti che potessero richiamarla.
Da un po' mi sentivo abbastanza sicura di me per un confronto: il suo blog è irreperibile, così mi sono accontentata di un racconto.
Emozionata come un bambino che porta il disegno alla maestra, ho affrontato una sorta di prova del nove: chi era la prima Pizia? Come scriveva? Di cosa parlava?
All'ultima parola del racconto, la delusione è stata tanta: Apollo la chiama la teoria dell'uovo di Pasqua, più è grande e decorato, più la sorpresa è insulsa.
Non mi è piaciuta, per lo meno in veste di narratrice: peccato non poter fare un confronto da blogger. Ma posso dirmi soddisfatta di me stessa (squillo di tamburi e rullo di trombe!): so che non ho nulla in comune con Colei che mi ha preceduta, e anche che non ho nulla da invidiarle.
Chapeau.
100 anni di radio
1 mese fa
3 responsi:
E il soprannome "Piziuccettina"? Donde viene?
Da un rompiscatole stratosferico :-P
Ahahaahahahaha quoto LaPizia sul rompiscatole :P
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