Tempo fa, Apollo mi aveva promesso una cena al ristorante, raro sfizio che ci concediamo: da un po' insistevo sul "quando", visto che era passato un bel po' dalla promessa. Una sera, con lo sguardo mogio, mi porge una busta, scusandosi se non mi avrebbe portata al ristorante: all'interno della busta, due biglietti per il concerto di Norah Jones a San Marco! Al diavolo la cena!!! :D
La serata di sabato è iniziata nel modo più propizio: il giro dell'oca fatto per arrivare al parcheggio è cascato a fagiuolo, dato che siamo entrati all'ora esatta in cui scattava la sosta gratuita. Ci siamo un po' scocciati per il mezzo chilometro abbondante fino alla fermata dell'autobus, mi ero informata e mi era stato detto che si trovava davanti al parcheggio. A Mestre hanno uno strano concetto di "davanti".
Sul Ponte della Libertà, un'immagine da togliere il fiato: il tramonto alle nostre spalle, il cielo che sfumava dal turchese al rosa, il campanile di San Marco che svettava sui tetti e sopra, enorme, bianca e quasi evanescente, la luna appena sorta.
Arriviamo a Piazza San Marco e ci accomodiamo in poltrona: comodo, per carità, perché almeno avevamo il posto numerato e non abbiamo dovuto fare le corse, ma un po' assurdo per un concerto che, nonostante fosse nell'ambito di Veneto Jazz, proprio jazz non era.
Alle 21.25 esce una signora per i consueti saluti: conclude i convenevoli avvisando che il concerto sarebbe iniziato "tra dieci minuti". Alle 21.35 spaccate Norah Jones esce sul palco.
Per lo più ha suonato brani tratti dall'ultimo album, che non conoscevo ma che ho gradito molto; poi si è buttata sui vecchi successi e, se non fossimo stati intrappolati a metà fila, avrei trascinato Apollo in un lento sulle note di "Come Away with Me".
Sembravano trascorsi pochi minuti, quando Norah ci ha augurato la buonanotte: guardiamo l'orologio ed erano le 22.55. Ok che siamo in pieno centro di Venezia, ma neanche un'ora e mezza di concerto è un insulto! Per fortuna ci hanno concesso tre bis, e al diavolo i posti a sedere! Tutti in piedi sotto al palco, con somma gioia della cantante, che più di una volta si era lamentata che fossimo lontani: e lo dici a noi, cara!
Alta un metro e un panino, ha una grande carica ma soprattutto una voce fenomenale. Splendidi gli arrangiamenti diversi da quelli noti negli album in studio, coinvolgente anche col pubblico, con cui ha scherzato, anche per colpa di una bizzarra interferenza che trasmetteva dalle casse spia una stazione radio italiana.
Serata fantastica, peccato che sia durata veramente poco, e che non sia stata solo un'impressione per il divertimento e la magia di un concerto speciale.
100 anni di radio
1 mese fa
1 responsi:
"Alta un metro e un panino" mi piace come espressione!! :)
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