16 dicembre 2010

Trapanami la pera

Sei disteso nel tuo letto, ancora perso nel mondo dei sogni. La luce si infila dolcemente tra le fessure delle tapparelle. Senti il cinguettio degli uccellini, qualche automobile di passaggio, un autobus. Te ne rendi conto ma non ne sei disturbato. Il lenzuolo accarezza la pelle leggero, non fa ancora così caldo da essere costretti a sigillare le finestre e mettere il condizionatore a palla. In questo torpore mattiniero ti crogioli gustando gli ultimi momenti di riposo prima di cominciare ufficialmente la giornata.

TRRRRRRRRRRUUUMMM-TRRRRRRRRRRRRRRRRRRRUM!!!

Questo suono melodioso, incrocio tra un trapano e un martello pneumatico, ti fa letteralmente cadere dal letto. Con sgomento ti chiedi cosa sarà mai successo ma non trovi risposta dato che le tue sinapsi sono ancora sconvolte dalla cacofonia trapanatoria. Pensi sia un caso, un vicino che s'è svegliato con un'insana voglia di buttar giù un muro, e archivi la faccenda.
Fino al mattino dopo, quando alla stessa ora ti ritrovi sul soffitto causa spavento da eccesso di decibel.
Cominci a credere che non sia il solito vicino e cerchi di trovare davvero una spiegazione. Il tuo cervello intontito ti dice che sotto il tuo appartamento c'è un ufficio e la tua testa si riempie di immagini di segretarie in tacchi a spillo munite di trapano. Cosa ci facciano col trapano, ogni mattina, non è dato di saperlo. Poi ti rendi conto dell'assurdità dell'immagine, esci dal dipinto di Dalì dove ti sei ficcato e pensi a un'ipotesi più concreta: una cassaforte con meccanismo imponente. Magari nell'ufficio di sotto hanno denaro in quantità. Ma ancora non funziona.
Ogni mattina vieni svegliato da quella soave melodia che un po' alla volta comincia a farti annodare lo stomaco.
Ed ecco la luce! Camminando sotto il portico guardi dove metti i piedi e noti una grata di metallo. Ti guardi intorno e scopri una specie di cassa frigorifera alta poco più di te, legata con un lucchetto all'angolo del condominio. Osservi il percorso del portico e noti che arriva al supermercato. Ti accorgi anche che sulla cassa c'è il marchio della centrale del latte, e finalmente fai due più due.
Alla mattina presto arriva il camion del latte, che non può entrare nel parcheggio del supermercato perché i cancelli sono ancora chiusi: così, anziché farsi dare un telecomando per entrare, piazzano un bel frigorifero vicino all'ingresso pedonale. Prima dell'apertura del supermercato, quindi, una zelante commessa si reca al frigorifero, lo slega e lo spinge fino al negozio.

TRRRRRRRRRRUUUMMM-TRRRRRRRRRRRRRRRRRRRUM!!!

Passando sopra le grate metalliche.

Pensi di cambiare il lucchetto del frigorifero.
Pensi di sabotare le ruote del frigorifero.
Pensi di chiedere con gentilezza di evitare il passaggio sulle grate.
Pensi di piazzare un paio di petardi con timer.
Pensi di regalare alla centrale del latte il tuo telecomando per i cancelli.
Alla fine ti rassegni e regoli la sveglia quei cinque minuti prima del passaggio del frigo sotto le tue finestre.
Ubi maior, minor cessat. Buonanotte.

3 responsi:

giuseppina ha detto...

Questa del frigo esterno mi sembra davvero una infelice soluzione,non pensano alla povera commessa che, con qualsiasi condizione climatica, deve trascinarlo col rischio di ustionarsi o congelarsi le mani toccandolo?

Demart ha detto...

La gente se deve scegliere se fare un rumore in meno o un rumore in più sceglie di fare un rumore in più. Ad esempio: ho una taglierina per mattonelle meccanica e una elettrica? Uso quella elettrica, così faccio quel bel GRZLIIIIIII GRZLIIIIIIIIII che piace tanto ai vicini di casa del committente dei lavori che sto facendo. Altro esempio: devo tagliare delle piccole assi di legno per montare una piccola struttura contenitiva per il cemento? Uso la motosega, mica il seghettino, così faccio quel bel ZZZZZRUUUUUUUMMMMM ZZZZZZRRRRUUUUUUUMMMM che piace tanto ai v. d. c. d. c. d. l. c. s. f.

kat ha detto...

Personalmente, sarei per i petardi.

Posta un commento