15 giugno 2012

Save 194

Da alcuni giorni imperversa su Twitter l'hashtag #save194: l'origine della protesta è la messa in discussione della legge che permette alle donne di abortire, legge che secondo alcuni andrebbe contro altre due leggi che tutelano la vita. E si ritorna così alla infinita disquisizione se l'embrione abbia  o meno il diritto di fregiarsi del titolo di "essere umano" o no, e se quindi l'aborto sia omicidio o no.

E qui si sbaglia. Perché non è in gioco solo la vita di tanti, troppi embrioni, ma quella delle loro madri.
Vogliamo tornare al tempo delle mammane e dei ferri da calza nell'utero? Che se le cose andavano bene, la donna restava sterile, se andavano male ci restava secca.
Non basta vietare una cosa per eliminarla dalla faccia della terra.
La droga è vietata.
La guida in stato di ebbrezza è vietata.
Eppure c'è chi continua a drogarsi e a bere alcolici prima di mettersi alla guida.

Qui è in gioco la nostra libertà. Nostra di donne e uomini. Perché carini si concepisce in due, ma tanti maschietti fanno presto a dimenticarselo. E tutto ricade sulle spalle della donna.
Tutto, non solo l'aborto eh: se sei uomo non ti vedi negare un posto di lavoro perché un giorno potresti diventare padre. Se sei uomo non ti vedrai mai costretto a dover scegliere se lavorare o mettere al mondo un figlio. Se sei uomo non dovrai mai trovarti nel dilemma "carriera o figli?".
Se sei uomo non ti rendi conto di cosa voglia veramente dire avere una vita dentro di te e decidere di porle fine. Se sei uomo non ti porterai questo dolore a vita.
Sarà una scelta, ma nessuno ha mai detto che sia facile. In troppi sono convinti che le donne affrontino l'aborto come un anticoncezionale. Mai è stata sparata cazzata più grande.

Sì, l'aborto è una vigliaccata contro una vita che ancora non è degna di tale nome, che non può difendersi, che non ha voce in capitolo. Ma dandole questa voce la si toglie alla madre. Questa è forse una giustizia più giusta dell'aborto?
Ok, al concepimento si era presenti in due e ci si augura entrambi consenzienti e coscienti. Quindi se si arriva ad avere una vita in grembo un "prima" c'è stato, un momento in cui dire "magari no, magari stiamo attenti, magari...". E però qualcosa succede, la vita comincia ma viene deciso di porvi fine: i motivi sono tanti e meritano tutti rispetto.

Credo che se davvero vogliamo fare qualcosa a favore della vita non sia quello di impedire un aborto.
Cancellare la 194 è come nascondere la polvere sotto il tappeto - qualcuno diceva "sepolcri imbiancati", tanto belli da fuori ma con i cadaveri in putrefazione dentro.
Bisogna intervenire seriamente affinché le donne non si trovino a dover scegliere - non impedire loro di farlo.
Il che vuol dire:
- più corsi di educazione sessuale nelle scuole, ma che siano seri, e farli fin dalle medie
- sostegno alle donne che non hanno un lavoro e che non possono permettersi di mantenere un figlio (i bambini costano caro)
- sostegno alle famiglie di precari
- sgravare i datori di lavoro, soprattutto delle piccole imprese, riguardo ai periodi di maternità delle dipendenti - sostituire una donna incinta costa due volte
- favorire il part-time e il telelavoro (caspita, siamo nel 2012, se non sfruttiamo internet adesso quando lo facciamo?)
- aumentare la presenza e l'aiuto in quelle famiglie con figli disabili: in troppi si trovano soli, come se non fosse già difficile crescere un figlio malato
- piantarla con la cultura della perfezione, piantarla di nascondere i disabili e di fare finta di non vederli. Perché se spaventa il dolore della malattia, spaventa altrettanto il pensiero degli altri: mio figlio sarà accettato o discriminato? Sarà felice o umiliato?

È necessaria una svolta culturale, seria e profonda: ci vorrà tempo, molto di più di quello necessario a cancellare una legge. Ma cancellare la 194 non risolverà il problema.

11 responsi:

nuvola »» ha detto...

"È necessaria una svolta culturale, seria e profonda" quanto sono vere queste parole!! condivido tutto quello che hai scritto, parola per parola.

Demart ha detto...

Piziuccettina, stavolta hai fatto davvero il botto. Concordo in pieno.

Avstron ha detto...

io direi anche e soprattutto basta con questa roba dell'obiezione di coscienza.

EccoFatto ha detto...

@ Avstron:
in che senso basta con l'obiezione di coscienza??
Intendi forse obbligare i medici a praticare l'aborto loro malgrado?
Posso sforzarmi di comprendere le ragioni della Pizia (in realtà mi è poco chiaro il nesso tra l'aborto e le difficoltà nel trovare lavoro), ma perfavore continuiamo a rispettare chi la pensa diversamente!

Anonimo ha detto...

Vedi, Anna, il problema non credo sia così difficile da spiegare.
La Chiesa cattolica considera un embrione come un vero e proprio essere umano. Anche io sono d'accordo con questa visione, e non perché sono cattolico. Paolo VI scrisse l'enciclica "Humana Vitae" e rispose alle critiche in maniera davvero encomiabile nella loro coerenza; non faceva una piega; poi, certo, potevi anche non essere d'accordo, tutto quello che vuoi, ma il suo discorso ideologicamente quadrava.
Ora, purtroppo la Chiesa è reduce da secoli di scarsissimo coraggio: ha bisogno del potere per poter sopravvivere, sperando che l'andazzo dei preto-per-vera-vocazione-e-non-per-altri-motivi-extrareligiosi arrivi a regime.
E qui viene il punto: in Italia, abbiamo politici che non solo non valgono nulla, non solo non hanno coraggio, ma che anche sono convinti che leccando i piedi alla Chiesa riescono, galvanizzando i cattolici e credendo che loro votino per morale e non per altro, ad avere successo. Uno tra tutti: Azzurro Caltagirone, divorziato con figlie di due letti che si incensa a difensore della dottrina cattolica. E siccome in politica si fà carriera molto più per via del carro su cui sali (guarda Rosi Mauro, per dirne una: se van via Napolitano, Fini e Schifani diventa presidente della Repubblica; che ha fatto nella sua vita, oltre a fare la badante al pannolone di Umberto?) che non per altro, l'andazzo è lo stesso. Ma non credo ci sia da preoccuparsi, perché al di là delle dichiarazioni di facciata, nessuno crede più a queste cose. Nel segreto dell'urna, contano i favori e gli schei, come li chiamate voi veneti, ma tutto il resto è chiacchera ormai da decenni. Ma i politici scemi che si sono autonominati con quella infame legge elettorali non lo capiranno mai.
Ché poi, se vogliamo dirla tutta, la Chiesa stessa nello scegliere i suoi cavalli....
E mi dispiace da morire, perché se si mettessero in atto leggi che favorissero l'adoziono o altre forme di sostentamento, 300 000 esseri umani, per me che credo e non per conveniente, non rischierebbero ogni anni di non vedere la luce. Tutto quì.

Pythia ha detto...

@Austro: sull'obiezione vorrei ritornarci con un post, è un discorso delicato pure questo.

@EccoFatto: sul nesso tra aborto e lavoro.
1. Lo scorso anno ho fatto un colloquio andato così bene che credevo mi avrebbero fatto firmare il contratto all'istante. Poi ho abbassato la guardia e mi sono lasciata scappare che in un futuro non certo prossimo avrei potuto prendere in considerazione l'idea di allargare la famiglia. Il capo è sbiancato, la stanza si è trasformata in un frigorifero e il lavoro l'hanno dato a qualcun altro.
2. Una mia amica perderà il lavoro, a settembre: ha un contratto a tempo determinato e fino a un paio di mesi fa erano così contenti che già le promettevano un contratto a tempo indeterminato. Lei si è trovata incinta e del rinnovo non ci è più parlato. A settembre appunto il suo contratto scade e a meno che non avvenga il miracolo farà la mamma e stop almeno per un po'.
3. Pensa alla madre single precaria: succede l'incidente di percorso e lei rischia di trovarsi senza lavoro per i motivi di cui al punto 1 e 2. No lavoro = no soldi= no affitto = no spese. Che fa?

@ Anonimo: Sul discorso etico-filosofico-religioso-ecc dell'inizio della vita non mi voglio pronunciare perché non è questo il punto del mio post. Il punto è la tua conclusione: l'abrogazione della 194 non diminuirebbe affatto quel numero mostruoso, anzi lo raddoppierebbe. 300mila potenziali bambini e 300mila madri.
Abrogare la 194 è come nascondere la testa sotto la sabbia: coscienza a posto e occhio non vede, cuore non duole. Io la chiamo ipocrisia.

Torno a EccoFatto che parla di rispettare chi la pensa diversamente: le maggiori mancanze di rispetto in 'sti giorni le ho viste da chi è contro la 194, pensa un po'. I meno disposti al dialogo sono loro, che non riescono a vedere oltre le proprie motivazioni (aborto=omicidio=male) e credono che essere a favore della legge significhi essere favorevoli all'aborto in sé. Eppure nessuno dei favorevoli ha mai detto una cosa del genere, tra tutto quello che ho letto.

EccoFatto ha detto...

D'accordissimo su quello che dici su bigotti, ipocriti e fondamentalisti. Io però mi riferivo agli obiettori di coscienza: se un medico sceglie di astenersi dal praticare qualcosa che lo farebbe stare male deve essere libero di farlo.

Riguardo invece al lavoro: al punto 3 dovrei rispondere 'abortisce'? Quindi l'aborto sarebbe il jolly a disposizione delle donne in cerca di occupazione? Non credo proprio, dai!
Sarebbe piuttosto da battersi per la svolta che auspicavi tu...

Attenzione, io non mi sto pronunciando sulla 194, ma su alcune argomentazioni che mi sembrano un po' troppo azzardate.

Pythia ha detto...

Non voglio definire l'aborto come il "jolly" dell'occupazione, rabbrividisco all'idea. Quello che dico è che ci sono donne che devono scegliere se metter al mondo un figlio o continuare a lavorare. E ce ne sono purtroppo tante che sono messe di fronte a questa scelta: quello che sceglieranno è oltre lo scandalo.
Che ci sia gente che dice a me "brava furba a dire che vuoi figli", piuttosto che biasimare il datore di lavoro che non vuole donne fertili alle sue dipendenze, è indice di quanto la nostra società sia marcia.

Non credo sia azzardato dire che le donne siano discriminate perché potenzialmente madri, non è un sentito dire ma un "testato sulla mia pelle". Non credo sia un azzardo dire che c'è chi deve scegliere tra lavoro e figli. Quante all'assunzione vengono costrette a firmare una lettera di dimissioni senza data, proprio perché il capo vuole tutelarsi da una gravidanza indesiderata (per lui)? E quante firmano e stanno zitte pur di lavorare?

Questo è quello che va cambiato: non possiamo più permetterci padre lavoratore e madre casalinga, non con i costi che ha la vita oggi. Ma le pari opportunità sono solo belle parole.

Demart ha detto...

Beh, oggi è Saved 194!

aerie ha detto...

D'accordissimo su tutto!!

Riguardo al nesso lavoro-figli, a me hanno chiesto, delicatamente, se avevo qualcuno a casa di cui mi occupavo!!
Pensa te!!

Anche io penso che prima di abolire la legge sarebbe meglio capire perchè ci sono gli aborti, prevenire le gravidanze "indesiderate", aiutare chi è costretto ad abortire sennò finisce in mezzo ad una strada, lei e il figlio, ecc.

Cioè non abolire la legge, ma praticamente non usarla più, eliminando le cause.

Avstron ha detto...

@Pithya, no, non è un discorso delicato. Vieni pagato e anche profumatamente per dare un servizio pubblico. D'altra parte sono delle leggi e devono essere rispettate. È come se un impiegato amministrativo si rifiuta di celebrare un matrimonio perché non approva la coppia che si deve sposare.
@EccoFatto: La donna non deve scegliere per il dottore? È giusto che il dottore o lo stato scelgano per la donna? Te lo dico io: no.

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