Ieri, 18 febbraio, abbiamo inaugurato ufficiosamente le nuove aule di San Basilio. Ca' Foscari ha sempre più studenti e per fortuna Venezia ha un bel po' di vecchi capannoni mercantili da trasformare in sedi universitarie.
La struttura si trova a due passi dal porto turistico, nell'estremità che si affaccia sulla Giudecca. Non ci sono indicazioni che aiutino a trovare l'edificio e che indichino che siamo nella direzione giusta. Per fortuna non sono la sola a vagare nella zona e scorgo presto dei gruppi di studenti dirigersi verso una costruzione in mattoni a vista.
Questo è l'unico posto a Venezia dove possono girare le auto, oltre al Tronchetto o a Piazzale Roma: mi ammonisco a non camminare in mezzo... ...in mezzo a che cosa, esattamente, non lo so! Non c'è marciapiede, non c'è una vera e propria strada, non ci sono strisce di delimitazione del parcheggio, ma solo asfalto e auto ferme.
Proseguo verso la mia meta: credo di essere arrivata all'ingresso posteriore, dato che devo scavalcare dei trisitissimi paracarri di cemento a righe giallo-nere. Ho il dubbio di trovarmi nel posto giusto, ma vedo aprirsi una porta e in controluce distinguo il logo di Ca' Foscari. Sono abbastanza vicina da distinguere i numeri delle aule: dal loro ordine, capisco che questo è il lato anteriore. Forse il cartellone che indica la sede della Facoltà non è ancora pronto...
Un po' intimorita dall'imponenza degli ex-magazzini, tre grandi blocchi di tre piani ciascuno, mi decido ad entrare. Alla vista di pavimento e scale di cemento, due parole rimbalzano nella mia testa: Mattatoio Cinque. L'unico indizio di un rinnovamento dei locali è il lucido corrimano cromato. Salgo i due pieni di scale per raggiungere la mia aula: la vista dal ballatoio esterno è impagabile, si scorge tutto il canale della Giudecca e sembra quasi di poter toccare il Molino Stucky.
Entrando in aula, vengo accolta dal caratteristico profumo di nuovo, un misto di legno appena verniciato e plastica pulita. La stanza è immensa, lunga e stretta, contiene almeno 20 file di banchi da 10 posti. Se finisci nelle sedie centrali della fila, sei costretto a restare lì per tutta la durata della lezione: non è carino far spostare quattro persone perché ti scappa la pipì. I banchi hanno un difetto: non sono provvisti di ripiano sottobanco. Pazienza, io viaggio leggera.
Il prof intanto ha fatto scendere il pannello per le diapositive: sollevato da terra circa un metro, è alto un metro e mezzo e largo due. Chi ha la sfortuna di sedersi negli ultimi banchi, godrà di immagini formato francobollo.
La chicca sono però le toilette. Studiate secondo i più moderni canoni di cromoterapia e design all'avanguardia, sono un gioiello di cui andare fieri. Si sa che gli studenti si recano ai servizi non solo per sopperire alle ovvie necessità fisiologiche, ma soprattutto per "staccare" dalla lezione e ossigenare il cervello. Per questo, l'architetto ha pensato di aumentare la tonificazione delle sinapsi con uno squillante rosso fuoco: sveglia più di una tazzina di caffè, ed è pure gratis.
Su tre toilette, due sono dedicate alle signore e una sola ai maschietti: la Facoltà di Lettere e Filosofia ha infatti una scarsa partecipazione del sesso forte.
I sanitari sono uno spettacolo. I lavandini sono ispirati alla Fontana di nonno Duchamp; i rubinetti a pressione sono tarati in modo tale che ben due persone possano lavarsi le mani, una di seguito all'altra, senza sprechi!
I Wc sembrano usciti da un film di fantascienza: lunghi quanto quelli tradizionali, si distinguono per la larghezza, ridotta a metà. Più che delle "tazze" sembrano dei siluri. Gli ometti possono divertirsi a centrare il buco, mentre le signorine devono destreggiarsi nella posizione della Gru, resa nota dal maestro Miyagi in Karate Kid I.
Sembra che le aule siano fornite anche di aria condizionata: ieri qualcuno deve averla accesa per sbaglio, perché abbiamo inspiegabilmente battuto i denti per due ore di fila.
Evidentemente, i lavori non sono ancora ultimati: oltre all'assenza di indicazioni logistiche, mancano del tutto le luci esterne. Girare per il porto col buio non è la massima delle mie aspirazioni, lo confesso.
Forse qualcuno ancora si chiede perché gli studenti abbiano manifestato contro il trasloco, lo scorso novembre: consiglio un giro a San Basilio, poi ne riparliamo...
100 anni di radio
2 mesi fa
1 responsi:
Ricordo le lezioni universitarie ascoltate in stanzoni tristissimi in attesa che finissero di costruire le nuove e super-mega-tecnologiche aule di Economia... che ovviamente sono state ultimate dopo la mia laurea...
Dani
Posta un commento