La condizione dell'innamoramento per me è sempre stata un segno di benessere: nei periodi più introspettivi e bui non avevo tempo di pensare a qualcun altro. Una mia amica diceva che ero sempre innamorata - e non aveva tutti i torti.
Mi piaceva la condizione di "cotta", quando hai le farfalle nello stomaco, quando il semplice fatto di vederLo rende la giornata bellissima, e quei rari sorrisi - ha sorriso! a me!!- ti fanno balzare il cuore a mille.
Il bello è che quasi mai ero ricambiata e ci stavo male - mi ricordo certe crisi... - ma col senno di poi penso che sia stato meglio così, perchè tante volte mi sono resa conto di essere innamorata di un'idea, di qualcuno che esisteva solo nei miei pensieri. Credo si chiami "adolescenza" ;P
Quand'ero al liceo, odiavo la mia timidezza, che mi faceva perdere tante occasioni, perchè "non avevo il coraggio". Anni dopo, ero nella situazione opposta: troppo sicura di me, finivo con lo spaventare l'oggetto delle mie brame, che scappava a gambe levate.
La chiave è trovare l'equilibrio, prima di tutto dentro di noi, e prendere le cose per come vengono, senza remare contro corrente: tante volte è fatica sprecata e ci si perde il divertimento di vedere quello che ci sta intorno.
La vita non segue mai i nostri progetti, la scaletta che abbiamo accuratamente preparato finisce puntualmente gambe all'aria. Maturità è saper accettare che le cose vadano per il loro verso e riuscire ad assecondarle. Il trucco sta nel ricordarsi di respirare.
100 anni di radio
1 mese fa
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PS: il post l'ho spudoratamente copincollato da un mio commento al blog della mia amica Sara.
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