Per il calendario è ancora troppo presto, ma io la sento già nell'aria. Sarà il profumo del calicantus, saranno le giornate che si allungano, sarà che sotto sotto la terra si sta svegliando...in questi giorni è tornato quell'odore particolare, che non so definire, se non come "profumo di primavera". Si sente ogni anno, in questo periodo, circa a metà febbraio: è frizzante, terso, sa di nuovo, di pulito. Forse è proprio il segnale che la natura invia per far svegliare dal letargo invernale: a poco a poco spuntano le gemme sui rami, iniziano a sbocciare le prime foglioline verdi, il sole scalda ogni giorno di più.
Vien voglia di stare all'aperto, di prendere la bici e pedalare tutto il pomeriggio. Venezia è splendida, sembra fatta di cristallo, tutto luccica, tutto è più nitido.
Fa ancora freddo, ma è un freddo diverso, pungente, che pizzica la pelle del viso. Non è quello dell'inverno, stanco, pesante, che ti spedisce a casa sotto le coperte: è allegro, si insinua nel cappotto, fischia nelle orecchie e ti dice "esci!, prova a prendermi!".
Questa è la mia sveglia biologica: mi sento pimpante, piena di energie e di voglia di fare. Schizzo qua e là, tra casa e università, corro alle lezioni che immancabilmente si sovrappongono, ma non importa, perché mi sento di poter fare tutto, senza fatica. E quando la sera torno a casa, sono stanca ma soddisfatta, pronta a ricaricarmi con una buona dormita e ripartire daccapo l'indomani.
E, come diceva Walt Whitman, Risuona il mio barbarico YAWP! sui tetti del mondo.
100 anni di radio
1 mese fa
1 responsi:
Prima. E vera.
Ho sempre atteso questo periodo per riprendermi dalla staticità e dal buio invernale.
Il primo segnale arriva dal sole che la mattina accompagna i tuoi primi passi della giornata e ti segue fino agli ultimi della sera.
Te ne accorgi quando esci da lavoro e c'è ancora un po' di luce, di più della scorsa settimana. Anche fino a quando vai a allenamento. E ti pare di avere ancora più tempo davanti a te che la giornata sia ancora lunga da vivere.
Poi ci sono i profumi che vengono da più parti.
Dall'erba prima di tutto che si sgela. Esce dal guscio freddo nel quale è stata rinchiusa e immobile e inodore quasi inesistente e artificiale. I fili di erba si muovo al vento e si sente il profumo della terra.
Dai fiori degli alberi e dei prati che si ravvivano.
L'aria trasporta i primi profumi della vita che si risveglia.
Prima. Vera.
Poi ci sono i colori. Le nebbie si diradano. La luce del sole è più forte non ancora calda ma è una luce che il mio animo se ne accorge. L'erba è più verde e anche la terra è più marrone. Sui rami degli alberi iniziano a spuntare le prime gemme. Intano sono marroncine e se ne stanno li chiuse. Ma ancora per un mese poi si schiudono regalando il loro colore e i loro profumi.
E così si risvegliano i miei sensi.
Prima e vera. Sensazione di vita che riprende. Il velo invernale si alza. Il sole mi accompagna fino alle cinque e mezza. I bei tramonti rosa.
Inizio a sentirmi più tonico perché vedo che in giro rispunta la vita insieme ai bucaneve e le margherite.
I venti di febbraio sono freschi ma servono ad allontanare le ultime resistenze invernali.
Per svelare tutto quello che sta spuntando e che profuma e colora.
Prima. Vera. Bellissima.
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