Spreken zi doich?

Stamattina, lungo la strada verso San Marco, sono capitata dietro a tre signore tetesche e, nonostante il vento, riuscivo a sentire quello che dicevano. Io e il tetesco facciamo a pugni, quindi non ho capito un acca della loro conversazione, ma sentirle parlare mi ha portato a galla dei ricordi piacevoli.
Da piccoli, i miei ci portavano al mare a Cesenatico: ogni anno, a settembre, eravamo lì a goderci l'ultimo spicchio di estate. Di quelle vacanze ricordo il pesce, tanto pesce!, le brioche della colazione all'albergo, così soffici che sembrava di mordere una nuvola, le partite a carte, dove mamy e io ci contendevamo le vittorie, le lunghe giornate trascorse a leggere libri che finivano troppo presto. E le vasche lungo la via principale, che dopo due giorni iniziano ad annoiare a morte, perchè non c'è assolutamente nient'altro da vedere se non gli stessi negozi, bazar, profumerie e abbigliamento, ripetuti all'infinito.
Le signore di Venezia mi hanno ricordato il chiacchiericcio delle vacanziere tedesche di Cesenatico, che a colazione riempivano i piatti di prosciutto e parlottavano tra loro, senza mai alzare la voce. O le signore in spiaggia, che giocavano a carte, nelle prime ore del mattino, quando ancora non c'è troppa gente. Ricordi di tranquillità, senza troppi pensieri, di una routine che dà sicurezza senza annoiare, che rilassa e ricarica le forze in vista dell'inizio del nuovo anno scolastico.
L'ultima vacanza a Cesenatico risale alla terza superiore, quando non ne potevo più di andare sempre nello stesso noiosissimo posto, con gli stessi noiosissimi genitori. Le vacanze più recenti sono state tutte all'insegna del movimento, alla ricerca della spiaggia più bella, col mare più pulito. Devo confessare, però, che qualche volta ho sentito la mancanza della quiete che riuscivo a trovare in quegli anni passati, quando non avevo preoccupazioni, se non quella di trovare un buon libro da leggere.