18 agosto 2009

Ferie d'agosto - quinto e sesto giorno

Venerdì decidiamo di restare in zona Colfosco, con escursione verso il rifugio Edelweiss: i miei piedi e le mie gambe protestano, il giorno di riposo non è stato sufficiente. Dopo pranzo io torno verso casa, mentre Apollo continua la passeggiata verso passo Gardena.
Dopo una doccia e un bel pisolo, mi metto a leggere: ad un tratto vengo disturbata da un sasso che picchia sul vetro, mi affaccio e vedo una marmotta appollaiata sulla ringhiera :D Apollo mi ha fatto una sorpresa, passando dall'ufficio del turismo dove avevo visto quel tenerissimo pelouche.

Ferragosto, ovvero: Carramba che sorpresa!
Scegliamo un giro tranquillo, con meta cascata del Pisciadù: una passeggiata che serpeggia tra i prati verdi ai piedi del Sella. Da lì torniamo indietro per un altro sentiero, con l'idea di salire per parte del sentiero che va al rifugio Pisciadù, ma una volta raggiuntone l'inizio scopriamo che è un ghiaione piuttosto ripido: le alternative sono quindi andare verso Corvara, proposta da me, o verso il passo Gardena - quindi tornare sui nostri passi per un bel tratto - come proposto da Apollo, che l'ha vinta. Per fortuna, dico io: lungo il sentiero incrociamo una coppia di escursionisti e lei ha un volto noto. Un attimo di reciproco "è lei o non è lei?", e scatta un abbraccio calorosissimo: è Laura "Jesolo", compagna di Accademia che non vedevo da secoli. Pensare che era tutta la mattina che mi giravano per la testa gli amici dell'Accademia...serendipity? Trovarsi così per caso, in un posto assurdo, è stata davvero un graditissima sorpresa. A volte succedono cose che non ti saresti mai e poi mai aspettato!

Cena alla Tana dell'Orso, locale tipico e caratteristico di Badia: sperso per i monti sopra il paese, da fuori non gli daresti un centesimo. Edificio anonimo, sembra una normale abitazione, tanto che l'abbiamo superato senza accorgerci che eravamo arrivati. Ma quando entri, ti sembra di essere finito nel villaggio degli gnomi! Una prima stanza può ospitare tavolate per gruppi numerosi: in fondo si scorge la griglia della carne e un profumo delizioso stuzzica lo stomaco affamato. A destra dell'atrio si apre una seconda stanza, col soffitto più basso: legno ovunque, dal pavimento al soffitto. Lungo le pareti corrono panche con morbidi cuscini, l'arredamento è quello tipico dell'Alto Adige, con sedie intagliate e tappezzeria a quadretti. Sulle panche trovi sparsi degli orsetti di ogni tipo e dimensione, sono tenerissimi! Alle pareti, delle bacheche espongono una collezione assurda di tazze e piatti - il mio preferito era un piatto da portata con motivi calligrafici in arabo. Sul soffitto, una rete di lucine natalizie, purtroppo spente, su cui era drappeggiato del tulle colorato. Credevamo che questa fosse la stanza più strana, invece a fine serata, quando ormai erano rimasti pochi ospiti, abbiamo sbirciato nella saletta attigua: dal soffitto pendevano streghe a cavalcioni di una scopa, coloratissime e un po' arcigne.
Grande crisi sul menù: troppi piatti interessanti e slurposi! La scelta è stata ardua: anche se un po' caro, la cena è valsa davvero la pena. Come primo, canederli in brodo (io) e pasta fresca alle ortiche con finferli (Apollo); per secondo, piatto della strega (salsiccia, speck, funghi e polenta, con strega in omaggio) e costicine di cervo con finferli e spatzle; dessert a base di frittelle di mele con gelato. Una cena luculliana, che purtroppo si è fatta sentire per tutta la notte :-(

2 responsi:

Ale ha detto...

erano bracioline di cervo, non costicine... ottime!!!
quando torniamo? Eh? Eh? Eh?

Ale ha detto...

Per la cronaca, tengo a precisare che il sottoscritto si è incamminato dal rifugio (bhe chiamarlo rifugio mi sembra riduttivo se lo guardi adesso e se pensi al loro concetto originale!) Edelweiss verso il rifugio Jimmy (Jimmy Hutte), dove ha recuperato le energie lasciate lungo il sentiero con una sberla di sacher e un succo alla pesca ammirando il paesaggio che lo circondava, fatto d pietra e erba.
Poi è sceso verso il passo Gardena e, cercando inutilmente di scroccare un passaggio su uno splendido Wrangler modello vecchio, preso il sentiero verso Colfosco.
Sono tornato a casa con Fosca (sì, è la marmotta!) e una fetta di dolce ai frutti di bosco dopo 6 ore per il senso di colpa dell'abbandono (anche se chi è stato abbandonato in mezzo al campo sarei stato io in realtà, così la sorpresa è venuta bene)!!!
Ma è stata una passeggiata bellissima!

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