La mia amica libraia, per compensare la mia astinenza da Anne Rice - la Longanesi ha dei tempi di traduzione e pubblicazione improponibili - mi propose Nodo di sangue, primo volume della serie di Anita Blake in ordine non cronologico, ma di pubblicazione.
Mi par di capire che l'autrice goda di un discreto successo: io volentieri avrei chiesto indietro i soldi del libro.
La protagonista è una Buffy più grintosa, cacciatrice di vampiri che ha a che fare anche con licantropi e altri esseri del genere. Tra gli altri personaggi, spiccano un Jean-Claude, identico per modi e accento francese al vecchio Lestat e una regina dei vampiri che è la copia sputata di Claudia, tranne i capelli scuri.
La trama è banale e scontata, tanto che a metà libro avevo già intuito come si sarebbe svolta e a tre quarti sono stata in grado di descrivere in dettaglio il finale - e la mia compagna di stanza del collegio ne è testimone.
Scrivere di vampiri non è un'impresa facile: il confronto con i classici è scontato ma evitabile. D'altra parte, se ogni autore non dovesse riferirsi ai propri più degni predecessori, non avremmo più scrittori.
Sarebbe più utile semmai un'attenta osservazione del panorama contemporaneo, per evitare copie carbone di altri autori già affermati: esame che la Hamilton pare non aver nemmeno preso in considerazione.
A suo favore, devo riconoscere una scrittura scorrevole e avvincente, che non si perde nei meandri dell'animo vampiresco come quella della Rice e che forse per questo risulta più accattivante.
Nonostante le critiche positive che ho letto, non credo mi avventurerò oltre nella serie: credo di aver perso già troppo tempo con questo primo episodio.
100 anni di radio
1 mese fa
0 responsi:
Posta un commento