In questo blog non si fa politica, a meno che non sia strettamente necessario: l'autrice è a-politica (e qualche volta vorrebbe essere pure apolide), da quando, a 18 anni, si è scontrata con la disillusione - che se a 30 anni la mandi giù con un'alka-seltzer, a 18 ti segna a vita o quasi.
Andata a votare con grandi speranze per un cambiamento epocale, mi sono ritrovata ad assistere alle solite litigate per la merendina, non-sono-più-tuo-amico, lo dico alla mamma. Sarà per questo che tutti i post etichettati politica sono abbinati a schifo.
Il mio contributo, nemmeno tanto piccolo, l'ho dato in Accademia, quando facevo parte del comitato studentesco: esperienza formativa non solo sul piano della conoscenza del (non)funzionamento universitario, ma anche della natura umana. Ho saltato cene per scrivere discorsi, ho sudato più che le solite 7 camicie andando alle assemblee anche fuori dall'anno accademico, in una Venezia di pieno luglio, quando l'unidità si appiccica ovunque, ma mi sono fatta anche 4 risate e mi son presa le mie soddisfazioni.
Qui ho imparato che non serve a niente dire "non mi va", è necessario proporre un'alternativa: così, in risposta a questo, provo a trovare qualche spunto per un (im)possibile miglioramento.
- prestiti agli studenti, rimborsabili a partire dal primo lavoro dopo la laurea, con tassi di interesse agevolati per i più meritevoli.
- affitti alla portata delle tasche di uno studente: i 350 euro per una camera doppia sono un furto, anche per Venezia. Agevolazioni per chi affitta in regola.
- tariffe luce-acqua-gas ridotte per chi studia.
- sconti sui libri di testo, o possibilità di scaricarli da internet a prezzo ridotto, o consentire la copia legale che vada oltre il 15% delle pagine totali. Inserirli nel catalogo dei siti come miolibrodotcom ecc, dove la stampa consta meno che in casa editrice. Oppure creare appositamente delle tessere-fedeltà che diano diritto a una riduzione ogni tot euro spesi (questo lo fa la mia libreria di fiducia, per esempio)
- costringere i docenti a fornire alle biblioteche universitarie almeno due copie di ogni testo, escludendone il prestito per tutta la durata del corso, per dare a tutti la possibilità di consultare la bibliografia, senza costringere alla corsa in magazzino per chi si accaparra per primo il libro.
- organizzare le lezioni in modo tale che frequentando i corsi si riesca a presentarsi al primo appello, in modo tale da non accumulare esami su esami.
A Ferrara, se non erro a matematica, funziona così: sarà il tipo di studio che lo consente, ma non credo sia così complicato adattarlo anche ad altri indirizzi.
Anche in Accademia riuscivo a sostenere tutti gli esami a giugno, lasciando a settembre al massimo un esame.
A ca' Foscari invece è un delirio: tra settembre e ottobre c'è forse un corso; va meglio a novembre-dicembre; a febbraio-marzo è il delirio, con millemila lezioni, ovviamente sovrapposte, ovviamente con programmi immensi, ovviamente con orari che rendono impossibile lo studio.
Se normalmente la maggioranza degli studenti di scuola superiore riesce a diplomarsi nei termini previsti, un perché ci sarà, no? Si chiama "organizzazione", e anche l'insegnamento universitario è un lavoro, dove si deve rispondere a un superiore - o mi confondo io? - gli stage obbligatori: per quanto ne so, è già tanto se si riceve un rimborso spese. Io ho avuto la fortuna di fare un tirocinio in biblio prima di riprendere gli studi, ma vedo che 200 ore di lavoro non pagato, che vanno a sovrapporsi a corsi ed esami, sono una gran perdita di tempo, anche perché nella maggior parte dei casi è semplice sfruttamento di manodopera gratuita, senza alcuna possibilità di uno sbocco futuro. Certo, i fortunelli ci sono e ne conosco un paio, ma giusto 2 o 3.
Quindi, o si aboliscono, o si sostituiscono con attività di ricerca legata al percorso di studi, magari in affiancamento a un dottorando-mentore con un guadagno di tempo e conoscenza per entrambi, magari in vista della tesi, o si fa in modo che vengano rimborsati, un po' come lo è il servizio civile. - Premi per studenti meritevoli, oltre le classiche borse di studio-sconti sulle tasse: ad esempio, per una tesi da 110 e lode, che l'università si prenda in carico la pubblicazione.
(Benvenuti nel Regno di Utopia.)
2 responsi:
Basterebbe che i prof non si credessero degli dei in terra onnipotenti. Risolveresti in un colpo solo 2 o 3 punti della tua lista.
Esistono le università che garantiscono esami che terminano a giugno (massimo luglio) e lasciare il periodo estivo per gli stage obbligatori. Non vedo perché non può farlo anche l'università pubblica italiana!
Mi sembra un vantaggio per tutti!
Se trovi il lavoretto part time! Dalle mie parti è come oro, perfino quello sottopagato come assistente estiva nei chioschi al mare: o ne hai già fatto uno, o hai un parente o addio!
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