17 febbraio 2010

La festa dei cretini - quest'anno sono cretina anch'io

Come sanno i miei più affezionati lettori (1 e 2), odio San Valentino: sarà che da un po' me ne sono rimasta lontana dai fornelli, sarà che causa esame non mi sono fatta la mia solita torta di compleanno, sarà che un certo video mia ha un po' commossa e messa dell'umore adatto, domenica sono tornata a pasticciare. Il risultato è stata una bellissima e goduriosissima torta di San Valentino, che Apollo ha gradito assai.

 

Ingredienti ed esecuzione.
Ho preparato una torta genovese, tipica base per le torte farcite simile al pan di spagna: si mettono i tuorli di 4 uova in una ciotola con 100g di zucchero e si montano a bagnomaria con le fruste, meglio se elettriche, fino ad ottenere un composto spumoso e chiaro. Si toglie la ciotola dal bagnomaria e si continua a mescolare fino al raffreddamento. A questo punto si aggiungono 100g di farina e 25g di burro fuso, mescolando molto delicatamente per non far smontare le uova. Infine si montano a neve fermissima gli albumi e si incorporano al composto. In forno a 180° per 25 minuti circa.

Una volta che la torta è raffreddata, si può tagliare a metà: ho bagnato entrambe le metà con l'alchermes, il liquore rosso della zuppa inglese, diluito con un po' d'acqua per smorzarne il sapore, che può essere troppo deciso.
Ho quindi preparato il ripieno, con una crema di latte (100ml), uova (1 tuorlo), zucchero (3 cucchiai) e maizena o fecola di patate (1 cucchiaio e mezzo), fatta cuocere a fuoco lentissimo per evitare che "impazzisca", ovvero che si formino i grumi. Una volta raggiunta la consistenza di un budino denso, l'ho tolta dal fuoco e ho continuato a mescolare fino a intiepidirla, per stenderla sulla torta.

Ora è il turno della glassa, preparata con l'albume avanzato dalla crema e 180g di zucchero a velo, montati a neve fermissima a bagnomaria, con un aggiunta di alchermes per colorarla di rosa.
Ho coperto la metà spalmata di crema con l'altra mezza torta e quindi ho steso delicatamente la glassa: un bijoux.

Non sono mancati gli intoppi: il mefitico frullatore ha iniziato a dare segni di cedimento e sia i tuorli che la glassa non sono venuti alla perfezione. Il giorno dopo sono andata a comperarmi uno sbattitore nuovo, tié.
Il primo tentativo di farcitura si è rivelato un disastro, perché la crema è impazzita nonostante le precauzioni: un composto giallognolo pieno di grumi, mezzo liquido e mezzo denso, rivoltante.
Per qualche strano motivo, la crema che per un'ora se n'è rimasta bella soda, al momento della spalmatio di glassa ha deciso di liquefarsi, causando un pasticcio giallo-rosa: la torta farcita dei miei sogni, due strati di morbida pasta imbevuti di alchermes, separati da uno strato di soda crema pasticcera, il tutto coronato da una croccante ma friabile glassa rosa, si è trasformata in un panino farcito di uno strano liquido giallognolo e ricoperto di zucchero mezzo cristallizzato.

Nonostante tutto, però, la torta era buonissima: ha avuto vita breve, lunedì sera era già finita - e meno male che c'era lezione di ballo, sennò altro che jeans nuovi!

1 responsi:

Io con me e me stessa ha detto...

Anche io sono contro S. Valentino .. e purtroppo (o per fortuna) non ho ancora trovato nulla che mi invogli a fare una torta per quel giorno ;)

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