19 maggio 2008

Misteri/2: le meringhe

Di tanto in tanto capita di avanzare degli albumi: qualche anno fa tenevo sempre a portata di mano della farina di cocco, per dei dolcetti rapidissimi e buonissimi. La ricetta non esiste: è stato il primo esperimento "a occhio", conseguenza delle prese in giro della mia amica Marta, scandalizzata dal fatto che usassi misurare il sale della pasta a cucchiaini - a casa mia si usa così, che ci posso fare?
Per chi volesse cimentarsi nei dolcetti, ecco la ricetta "a spanne": albumi a neve ben ferma, zucchero a velo q.b. a dolcificare l'impasto, meglio se scarso, e farina di cocco. Si ottiene una crema non troppo secca, altrimenti si sbriciola, e non troppo "umida", altrimenti diventa gommoso. In forno caldo, 120°-180°, fino a doratura. Si possono fare palline oppure stendere su tutta la teglia e poi tagliare a quadretti una volta cotto.
Molto spesso, in alternativa, mi cimento con le meringhe, di cui sono ghiotta: anche in questo caso vado a occhio, e forse è proprio qui che sbaglio. Perché non sempre vengono bene: o troppo zuccherose, o troppo mollicce o bruciate. Solo 3 o 4 volte sono riuscite bianche e croccanti: l'unico modo per andar sul sicuro è tenerle in forno bassissimo, per 3 ore. Ma non sempre funziona, perché quelle che stanno cuocendo adesso sono mollicce e gialline: temo di aver messo troppo poco zucchero. Una volta ho chiesto consigli alla mia amica pasticcera, che mi ha risposto: per fortuna non ti riescono, sennò nessuno verrebbe qui a comprarle. Da quel momento non ho più osato chiedere nulla, nonostante muoia dalla voglia di carpirle i segreti della mia mitica torta di compleanno.
Dovrò ricordarmi, la prossima volta che mi cimenterò con le meringhe, di seguire passo passo una ricetta collaudata da altri - e in questo i blog aiutano :) - in barba all'amica Marta: prima impara a stare in equilibrio, poi impara a volare (cit.)

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