24 giugno 2008

La via Gluck

Là dove c'era l'erba ora c'è
una città
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà...

Così cantava il buon vecchio Celentano, e così mi vedevo a cantare io, già una ventina d'anni fa: Cassandra, non Pizia. Quello che temevamo nei giorni spensierati alle elementari si è avverato oggi, e che tristezza.
I campi dove giocavamo a fare le capriole sui covoni adesso sono case e cemento. La fontana da cui usciva acqua freschissima è persa negli ultimi campi rimasti: nel misero parco giochi che dovrebbe rallegrare le case nuove c'è una fontana, ma è solo ornamentale, dato che non ne esce una goccia d'acqua.
La bellissima casa abbandonata lungo la strada principale è stata demolita una decina d'anni fa, ma fa ancora male pensare allo scempio che ha subito. La stessa sorte è toccata più di recente a un antico casale, che avrebbe dovuto essere tutelato dalla Soprintendenza: ma a quanto pare questa ha molti limiti o non incute abbastanza timore.

"Mio caro amico" disse "qui sono nato
e in questa strada ora lascio il mio cuore
ma come fai a non capire
che e' una fortuna per voi che restate
a piedi nudi a giocare nei prati
mentre là in centro io respiro il cemento...

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