24 ottobre 2008

Donne assassine

Al post precendente manca questa nuova serie, trasmessa da F*ox: non so ancora se la seguirò tutta, dato che le prime due puntate sono state di un'angoscia paurosissima.
Produzione italiana, girata a Torino, narra otto storie di omicidi al femminile. La prima puntata l'ho guardata con Apollo, dopo il "nostro" C.S.I.: all'inizio per curiosità, con molti dubbi data la durezza del racconto; alla prima pubblicità Apollo era tentato di chiudere, io invece volevo vedere come sarebbe andato a finire - male, era scontato, ma non avrei immaginato così male...
La seconda puntata l'abbiamo guardata perché ormai eravamo così comodi sul divano che non ci è sembrato carino spostarci ;-) anche se forse sarebbe stato meglio così.

Le protagoniste sono attrici di una certa fama, come Sandra Ceccarelli, Claudia Pandolfi e Violante Placido: i personaggi di contorno, invece, ti vien da chiedere dove li abbiano pescati, tanto sono insulsi.
I primi due episodi hanno come protagoniste due donne disturbate, con seri problemi, che vengono portate all'omicidio brutale da circostanze che non riescono ad affrontare in modo sano.
Chiara è convinta che il marito la tradisca ed è talmente paranoica che crede che il trasferimento nel nuovo appartamento sia motivato dalla presenza dell'amante del marito nel condominio: nella sua pazzia, crede di aver riconosciuto la donna in una condomina, che inizia a perseguitare, fino ad ucciderla.
Marta ha un passato di abbandono: la madre si suicida e il padre scappa, lasciandola alle cure di una parente. Per questo ha un attaccamento quasi morboso al marito e un'ossessione per la salute dei figli, che crede sempre malati. Il trasferimento del marito in un'altra città scatena la crisi che la porta ad uccidere i figli.
A mio modo di vedere, in entrambi gli episodi i mariti hanno gran parte della "colpa": ciechi, chiusi nel loro conformismo, nella loro ottusità, non si rendono conto che le loro compagne soffrono. Il primo si mette l'animo in pace portando Chiara da uno psichiatra, e poi non ci pensa più: arriva a negare che la moglie abbia problemi e non si preoccupa minimamente per la sventurata condomina. Il secondo non fa altro che rimproverare la moglie per le sue manie, ma quando dovrebbe decidersi a fare qualcosa per lei se ne va.
Io non so cosa passa per la testa dei maschietti, in certe situazioni di disagio, anche se le mie esperienze mi portano a pensare che il sesso forte è tale solo in virtù della negazione: se nego la debolezza, questa sparisce; se la ammettessi, significherebbe che sono meno uomo. Struzzi, ecco a cosa ho pensato osservando il comportamento dei mariti del telefilm: occhio non vede, cuore non duole.
E mi chiedo, se quei mariti avessero guardato bene le loro compagne, se avessero davvero fatto qualcosa per loro, la tragedia si sarebbe compiuta?

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