31 ottobre 2008

Girone infernale

Nemmeno Dante sarebbe riuscito a immaginare un incubo simile ai centri commerciali: li odio, non li sopporto, ma certe volte proprio non riesco ad evitarli (come oggi, con mamy bloccata dal colpo della strega: mica poteva andare lei a prendere il sacchettone di crocchette da 10 kg per le belve, no?)
Qui la gente rasenta l'apoteosi dell'imbecillità: automi senza più una coscienza, conta solo comprare, comprare, comprare.
Con km quadrati di parcheggio, si formano file di auto in attesa in prossimità dell'ingresso principale (e non importa se il centro ha 5 ingressi, no!), tutti in attesa che si liberi un posto: chi è furbo, parcheggia la macchina un po' più lontano - e non è detto che sia uno svantaggio.
E poi via, con il mega carrello, che non basta mai a contenere tutto: i corridoi sono sempre più angusti per la presenza di torrette promozionali, e i carrelli sbandano l'uno contro l'altro - e spesso contro le caviglie del malcapitato di turno. Quando scorgo da lontano una postazione con la promozione del giorno, cerco di dribblarla, evitando qualsiasi contatto visivo: basta uno sguardo fugace e ti ritrovi in mano caffè-crostino al salame-bibita energetica.
Se per errore sbagli colonna, e ti rendi conto che per raggiungere quello che ti serve basterebbe aggirare la testa della colonna stessa, passando per 1 metro in prossimità del corridoio casse, sei fregato: faresti prima a circumnavigare tutto l'ipermercato piuttosto che avventurarti in quei pochi centimetri intasati dai carrelli in fila. Perché tutti devono stare incolonnati, uno dietro l'altro, senza sovrapposizioni: se i carrelli sono 2 o tre, non c'è problema, ma quando iniziano a essere 5 o 6, è una tragedia. Il biscione si snoda all'inverosimile, come le code di Gardaland, arrotolando le spire mortali contro i clienti che osano passare nelle vicinanze. Se temerario osi sfidare il serpente, cercando di intrometterti per passare dall'altra parte ed entrare nella colonna di scaffali, rischierai sguardi fulminanti al laser, caviglie tranciate di netto e sgambetti micidiali.
Quando finalmente hai completato la lista della spesa, ti rassegni ad affrontare la cassa: gli esperti conoscono bene il tranello delle casse rapide, che nascondono dietro un nome innocuo un destino dei più perfidi. Sei lì che aspetti il tuo turno e nella cassa a fianco scorrono rapidi carrelli pieni all'inverosimile, mentre tu che hai davanti le stesse 3 persone da mezz'ora sei ancora lì, con il tuo misero cestino, in attesa - eterna.
Da qualche anno, in molti ipermercati sono entrati in uso rastrelliere per carrelli "a numero chiuso": evitano chilometri di carrelli che andavano a intasare perfino il parcheggio. Perché la gente qui perde il lume della ragione, e se trova un posto dove mollare il carrello, lo fa senza chiedersi se va bene oppure no.
Un giorno, in un parcheggio intasato da carrelli infiniti, ho sorpreso una signora ad attaccare l'ennesimo carrello alla suddetta fila: le ho fatto notare che 3 metri più in là c'era una fila quasi vuota, mentre questa impediva il transito delle auto. Lei si è scandalizzata: non pretenderà mica che faccia tutta quella strada???
Ho deciso, fonderò un nuovo movimento: la Lega per la Protezione dei Casolini*. Forza Stefano**, non mollare mai!!!

*Casolino: parola dialettale che indica un piccolo negozio di alimentari.
**Stefano: il casolino del mio quartiere.

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