13 luglio 2009

Il saper vivere di Donna Letizia

Sabato due amici si sono sposati e, purtroppo, ho avuto modo di constatare quanto la buona creanza e il decoro siano fuori moda.

Ho sempre saputo che due colori sono da evitare alle nozze: il nero, che è da lutto, e il bianco, che è della sposa. Oggi, invece, pare siano stati sdoganati. Certo, se un abito nero è rallegrato da dettagli colorati, come una stola o una giacca, non ci vedo nulla di male: tuttavia, non riesco ancora ad abituarmi a un look "total black" (odio gli inglesismi, ma nella moda sono un must).
Lo stesso vale per il bianco: una camiciola o la gonna non si notano troppo: e solo alle bimbe si perdona l'abitino bianco. Sabato un'invitata sfoggiava un abito intero bianco, con tanto di scialle in tinta: personalmente, l'ho trovato di cattivo gusto.
Altro dettaglio che non sopporto: il reggiseno in vista. Questo essenziale strumento di tortura ormai si trova in tutte le forme e i colori, tanto che credo sia impossibile non riuscire a trovarne un modello che sia invisibile sotto qualsiasi abito. E se proprio non se ne trova uno adatto, a meno che una non si trovi con una sesta, per un giorno si può anche stare senza. Sono arrivata ad odiare le spalline in silicone, tanto che le indosso solo in casi estremi: preferisco piuttosto giocare con i contrasti di colore, rosso con il turchese, tulle nero con il bianco, strass. Ancora più orribili, sono i reggiseni color carne: nati per sembrare invisibili, non lo sono affatto.
Come spendere fior di quattrini per un abito elegante, e poi rovinarlo con un reggiseno in vista? (Per di più di un colore improponibile, che con l'abito non ci azzecca, e pure allacciato male: povera ragazza, neanche un'amica che in confidenza le facesse notare l'errore, almeno da mimetizzare l'allacciatura scomposta...)

Anche i maschietti avrebbero bisogno di qualche lezione di eleganza - certo, se le signore si presentano con certi orrori, è arduo pretendere che la controparte sia migliore.
Anni fa era improponibile presentarsi a un matrimonio con qualcosa di diverso dall'abito intero: oggi anche uno spezzato o un bel jeans con giacca e cravatta vanno benissimo. Ma la polo sui jeans è da escludere categoricamente, soprattutto se l'uomo è invitato anche al ricevimento.

Quando ero piccola, i miei erano soliti andare a messa in tempi diversi, in modo tale che ciascuno potesse stare a casa con me per evitarmi un'ora di piagnistei in chiesa. Certo il matrimonio di una persona cara è imperdibile, ma non si può costringere l'intera assemblea a sorbirsi i propri pargoli frignanti per un'ora intera. I nonni esistono apposta, e se proprio è impossibile mollare la prole altrove, che i genitori si diano il cambio a tenere fuori dalle orecchie altrui i propri tesorini!

Ora viene il bello - anzi, il brutto: i fotografi. Dalle mie parti (non so se valga anche per il resto dello Stivale), è obbligatorio un patentino conseguito dopo apposito corso, per poter effettuare riprese foto e/o video in chiesa. I signori di sabato sembravano credere di essere sul set di Biutiful: una vergogna, ancora mi chiedo come abbia fatto il sacerdote a non sbatterli fuori a calci.
Già fuori dalla chiesa si intuiva l'andazzo: foto degli invitati prese a casaccio, con un'invadenza mai vista. Arrivato lo sposo, poi, il capoccia dei tre (due fotografi e un cameraman) gli si avvicina e gli dice: mi raccomando, quando vi scambiate gli anelli andate piano ché dobbiamo fare foto. :-|
Durante la messa è stato peggio che essere al mercato, un continuo avanti e indietro, che dava più fastidio dei piccoli frignanti.
La chiesa era piccolina, a una sola navata, con tanto di colonnine a intralciare l'accesso all'altare: sposi e testimoni erano assiepati ai piedi di questo, col sacerdote che non sapeva bene dove trovare posto per predicare. E i fotografi che fanno? Passano ripetutamente davanti agli sposi e al prete che dice messa, per riprendere il dettaglio essenziale delle candele dell'altare. Eh, bè, senza le candele che filmino è? (grrr...)
Ed ecco il culmine del delirio: lo sposo, al massimo della commozione, infila la fede al dito dell'amata, con gli occhi gonfi d'amore. Il ciccione capoccia è davanti a lui e gli sibila qualcosa: vediamo dunque lo sposo voltarsi verso l'obiettivo con un sorriso tanto ebete quanto falso. Il momento più sacro e più magico della cerimonia rovinato da un cafone come non si è mai visto.
Quando siamo usciti in attesa degli sposi novelli, abbiamo notato il solito ciccione collocare una scala da tre metri sul sagrato, per poi appollaiarvisi sopra: la tentazione di mandare quattro dei nostri più forzuti amici a prelevarlo, uno per gamba della scala, è stata fortissima. Ma non quanto durante la foto di gruppo: mister Fellini si è messo pure a dirigere il traffico degli invitati. Tu, più a destra. Tu, spostati. Nooo! Siete asimmetrici, ma non ve ne rendete conto? I bambini davanti, muoversi!
Solo il rispetto verso i nostri amici ci ha trattenuti da alzare un braccio con un bel dito medio in vista.

2 responsi:

Ale ha detto...

...ehm... io l'ho fatto... il dito... bhe non durante la foto di gruppo almeno! Però sai che bello sarebbe stato???? :-)))))

aerie ha detto...

Ti ricordo che gli sposi hanno scelto il fotografo, quindi a loro andava bene così.

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