14 dicembre 2009

Idiosincrasie

Da quando il mio Maestro mi disse "non puoi amare Van Gogh e andare all'IperF*amila", ogni volta che mi trovavo a metterci piede mi sentivo un po' come Giuda, sia verso il Maestro che verso Vincent.
Checché se ne dica, i centri commerciali hanno una loro utilità: mettono insieme negozi disparati che se ti toccasse andarci uno per uno perderesti una giornata intera. D'altra parte sono un inno al consumismo che metà basta e puntualmente ne esco nauseata. A questo aggiungo il fatto che se devo recarmici da sola, vengo presa dall'ansia: sarà il luogo troppo grande, sarà la quantità infinita di prodotti esposti, saranno le corsie che sembrano un labirinto, io mi sento male. Mi avvinghio al carrello come fosse l'unica ancora di salvezza, procedo a testa bassa, orientandomi alla bell'e meglio tra gli scaffali, che per fortuna hanno un (dis)ordine costante nel tempo, prendo quello che mi serve più in fretta che posso, sperando di rientrare nei dieci pezzi da cassa rapida, e fuggo neanche fossi Bach.
Tempo fa ho scoperto un antidoto alla mia ansia da ipermercato (no, non è il valium): lettore mp3 a palla :D
Presenta diversi vantaggi: prima di tutto, crea una sorta di barriera tra me e il mondo esterno; poi esclude il vociare confuso degli altri clienti; e da ultimo, ma non per importanza, copre le musiche (orribili) e le pubblicità (orrende) che la radio-ipermercato propone. Mette anche a tacere il piccolo Giuda, che si rintana in un cantuccio zittito dal "siamo costretti a venire qua perché solo qui c'è X, Y e Z".
Da quando abito da sola, ci vado meno spesso (non che prima ci andassi chissà quanto): i prezzi sono solo un finto-ribassato, quindi cerco di arrangiarmi con il discount - che tra l'altro è sotto casa (peccato ci sia il bosco giusto un po' ripido, per tornare con la spesa mi servirebbe la fune da arrampicata).
Oggi purtroppo sono stata costretta ad andare : munita di mp3 e lista della spesa, per non farmi prendere la mano, mi avventuro nell'incubo peggiore, l'ipermercato-sotto-Natale. Non guardo le decorazioni, non faccio caso alle piramidi di panettoni e pandori e tutto ciò che una mente contorta riesce a partorire pur di farti spendere (il pandoro tiramisù, ma è mai possibile?!?).
Arrivo alla cassa sana e salva: sto per pagare e la musica nelle mie orecchie si ferma - batteria scarica? No, destino burlone: non appena riprendo in mano il carrello per uscire, odo lei, "Last Christmas". -.- 
Come diceva Lupin, "viaaaaaaaa!!!"

1 responsi:

Ale ha detto...

(B)Last Christmas verrà messa 8 volte/ora in questi "paradisi commerciali"!
La musica sparata a palla nelle orecchie è un adorabile vecchio antidoto verso il mondo.
E talvolta le batterie sono più importanti di quello che esce dalla cuffie (a cui magari non ci fai nemmeno caso) ;)

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