29 dicembre 2009

Shiver

ShiverScoperto grazie ad Anobii, ho cercato più volte uno scambio con utenti che lo mettevano a disposizione: non uno che abbia  risposto. Per fortuna, il mio Babbo Natale personale che mi vuole tanto bene ha rimediato, facendomelo trovare sotto l'albero.

Premessa numero uno: la Rizzoli ha dei pessimi copywriter, la quarta di copertina è identica a "L'ospite" della Meyer, "ho fatto un sogno, ecc ecc". O tutte le autrici mangiano pesante la sera, o i sogni fanno trendy. (Nota a margine, sempre sui copy: l'altro giorno in libreria ho trovato almeno quattro romanzi, tutti un successo del passaparola. Suvvia, usate la fantasia...)
Premessa numero due: chi legge un romanzo di questo genere conscio/a di ciò che sta affrontando non può criticarlo. Sarebbe come andare spontaneamente da MacDonald e criticare il junk food. A meno che non si voglia appositamente criticare il junk food, ma non è questo il (mio) caso: quindi niente critiche negative, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.

Debitore da Twilight nella trama - amore tra due specie differenti, intenso e impossibile, adolescenziale ed eterno- e nei nomi - Sam e Paul in primis, assonanze varie a seguire.
Grace da piccola vive un'esperienza che la segnerà: un branco di lupi la rapisce dal giardino e cerca di sbranarla. L'intervento di uno di loro, caratteristico per i suoi occhi gialli, la salva da morte certa. Tra Grace e il lupo nasce un legame molto forte: si guardano ai confini del bosco, lei lo aspetta durante l'estate e attende con ansia che torni insieme all'inverno, lui la sorveglia con il desiderio di avvicinarsi e la paura di un contatto.
Quando un adolescente scompare all'improvviso, viene chiamato in causa il branco di lupi che abita il bosco: durante una battuta di caccia, il lupo di Grace viene ferito e cerca rifugio a casa della ragazza. Lei lo trova sul portico, in forma umana: riesce a portarlo in ospedale e a farlo evadere giusto in tempo, prima che i medici si accorgano che la ferita si è rimarginata a tempo di record.
Il giovane si chiama Sam, è un uomo-lupo dall'età di sette anni e alle spalle ha un'infanzia dolorosa: Beck, il più anziano del branco, l'ha salvato e cresciuto come un figlio. I lupi sono una famiglia speciale per Sam, che è legato a loro da un rapporto di amore-odio: amore, perché sono le uniche persone al mondo come lui; odio, perché il suo sogno più grande è tornare ad essere un ragazzo normale.
I personaggi di contorno sono ben caratterizzati: le amicizie sono tali, non solo comparse come nel caso della ben nota saga vampiresca; certo un piccolo approfondimento in più non avrebbe fatto male, ma si può sorvolare.
C'è Olivia, fotografa dilettante che spia i lupi per l'amica del cuore Grace; Rachel, che completa il terzetto, pazzoide caffeinomane - peccato non le sia dato più spazio, lo meritava davvero; Isabel, strana, con una vena di cattiveria che nasconde solo una grande insicurezza, ma che al momento giusto tira fuori una grinta inaspettata; il fratello di Olivia, altro personaggio un po' epidermico, con dispiacere.
L'intreccio è avvincente e ben strutturato: la storia d'amore di Grace e Sam è il catalizzatore degli eventi, romantica, dolce e appassionata. Interessante la versione dei licantropi, che si trasformano in lupi veri e propri, niente creature mostruose a metà tra l'uomo e la belva, niente bestie gigantesche che saltano fuori come pop-corn. Non è ben chiaro il motivo della trasformazione, forse non lo è nemmeno per l'autrice - altro neo, ma tutto sommato trascurabile.
La scrittura è scorrevole, con tratti davvero intensi, soprattutto nei brani di poesia: l'autrice sa rendere la storia credibile e affascinante. E' stato piacevole lasciarsi rapire dal racconto, tanto da dover trattenere una lacrimuccia nelle ultime pagine: consigliato a chi è adolescente, non solo sulla carta d'identità, e molto romantico.

Grazie Apollo, è davvero un bel libro! :D 

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