28 febbraio 2010

Scommettiamo che...?

Stasera, poco dopo le sette e mezza, ricevo una telefonata dell'O.F. alquanto bizzarra, per i seguenti motivi:

  1. mio fratello non mi chiama mai, e se lo fa è un'emergenza, e comunque usa il telefono di mamy - sua maestà è tirchio di brutto.
  2. ha lasciato squillare a lungo, il che farebbe presumere una certa urgenza di sentire la mia voce melodiosa.
  3. mi ha chiesto dove fossi (a casa), quanto ci sarei rimasta (massimo mezz'ora) e di fargli uno squillo quando me ne fossi andata per evitargli un giro a vuoto: pare dovesse prendere delle cose in rimessa.
  4. lui ha le chiavi della rimessa.
Ho pensato:
  1. è domenica sera: prima che io occupassi la casa l'O.F. era solito venire qui a mangiare la pizza con gli amici per concludere il week end.
  2. si informa dei miei movimenti con una certa insistenza.
  3. chiede pure uno squillo una volta partita da casa.
Sentivo puzza di bruciato lontano un miglio: ho aspettato un quarto d'ora, gli ho mandato un messaggino dicendoli che me n'ero andata prima del previsto, facendogli intendere che ero con Apollo e quindi giustificando la presenza della mia auto, e che mi dispiaceva. Ho chiuso la porta come se non ci fossi e ho aspettato di sentirlo arrivare.

Nel mio mondo ideale, lui avrebbe aperto la porta con strafottenza, ghignando non proprio sotto i baffi per avermela fatta, ma mi avrebbe trovata ad aspettarlo - sorpresa!

Dopo venti minuti ho levato le ancore, lasciandomi dietro un biglietto di benvenuto.

Nel mio mondo ideale, lui avrebbe trovato la missiva e l'avrebbe stracciata, o non avrebbe resistito dal telefonarmi per sfottermi.

Nel mondo reale, sono passata per casa dei miei e ho trovato l'O.F. spaparanzato sul divano, con la copertina sulle gambe, in attesa del telefilm della domenica sera.
Apollo suggeriva che forse mi stava aspettando per avere conferma decisiva sul via libera in casa mia: io che conosco le abitudini casalingoidi del fratello mi sono rassegnata ad aver perso la scommessa. Non troppo dispiaciuta, perché casa mia è sempre casa mia.

Resta però il sospetto che ci fosse davvero qualcosa di losco: indagando su cosa aveva intenzione di prendere, ha risposto genericamente "la cassetta degli attrezzi".
Che lui sa benissimo non essere in rimessa, ma in casa.

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