6 aprile 2010

Antro, dolce antro

Non c'è niente di meglio di un lungo fine settimana ospite nell'appartamento dei suoceri in montagna per farmi apprezzare quanto sia fortunata, sfighe comprese.
Di per sé, sull'Olimpo non si sta male: casa piccola ma ben distribuita, con un bel giardino e un caminetto che scalda che è un piacere. Peccato che sia esposta in modo tale che resti spesso in ombra, cosa che in estate fa anche comodo, ma col freddo se ne risente; ha anche i suoi anni sulle spalle, portati comunque dignitosamente.
Se si toglie il divano scomodo e duro, il bagno con vasca senza tenda anti-spruzzo e con tubo della doccia così corto che ti devi lavare praticamente inginocchiato, rasenterebbe la massima perfezione raggiungibile: la mia mente di arredatrice d'interni mancata mi suggerisce ogni volta soluzioni nuove per modifiche che mai avverranno, distolta puntualmente dalla cleptomania che sono costretta a tenere a bada, tante sono le cianfrusaglie che mi porterei a casa, a partire dalle micro-coppette, passando per i piatti rustici e concludendo con le tazze della Nut*ella anni '70.
A due passi dal centro del paese, in una zona tranquilla e poco trafficata, ben servita da negozi di ogni genere, sarebbe la meta ideale delle vacanze: "sarebbe", perché il suo difetto insopportabile ce l'ha. La vicina di casa scassamaroni.
Divorziata, con due figli alle superiori e un cane-topo, è l'unica condomina ad abitarvi in pianta stabile: con la casa tutta per sé per la maggior parte dell'anno, ha preso pessime abitudini da prima donna.
Il suo angolo di garage sembra una discarica; in cortile piovono coperte, jeans, cianfrusaglia varia e pure spazzatura; le ore del silenzio sono sconosciute; la gravità, nel suo appartamento, segue leggi proprie, divertendosi ad attirare sul pavimento di tutto, a qualsiasi ora del giorno e della notte; la lavatrice va a ciclo continuo e spero davvero che crolli per sfinimento, perché solo così sua maestà sarebbe costretta a prenderne una *silenziosa*.
Si sente in diritto di comportarsi come meglio le aggrada e di criticare le (per lei) riprovevoli abitudini dei condomini: ad ogni cortese richiesta, risponde con un'accusa. Ad ogni saluto non riesce ad evitare la battuta sarcastica: come quella volta che, arrivati da ormai due giorni, la incorciamo. "Toh, siete qui! Non vi ho neanche sentiti arrivare!" - come se fossimo noi a marciare a passo da elefante o a urlare a squarciagola insulti irripetibili.
Chi ha osato accusare il suo cagnolino di fare i propri bisogni in giardino, si è sentito rispondere che il suo cane non fa certe cose e che semmai sono quelli dei vicini ad abusare del cortile: non sapevo che i sanbernardo facessero pettoline mignon.
Fare i bagagli e pensare di tornare a casa non manca mai di provocare un amaro groppo in gola: che si scioglie subito, non appena sentiamo la sua voce melodiosa richiamare amorevolmente uno dei figlioli.

Per la cronaca, la maledizione mi ha seguita fin sui monti:

  • la caldaia è andata in blocco. Quattro volte.

2 responsi:

Ale ha detto...

Mi sa che una delle due tartarughe ninja se n'è andata dopo la bufera famigliare dell'estate scorsa.
La signora è come la sua lavatrice: a ciclo continuo. Non si può giustificare che in questo modo il suo dolce carattere!
Non sapevo avessi manie cleptomani... la prossima volta starò attento ;)

Demart ha detto...

Ahahahahah Piziuccettina, perché non vi trasferite qualche mese in queste zone? Ragazzini vocianti; ore di silenzio MAI rispettate (soprattutto chi ristruttura gli appartamenti se ne fotte altamente, e io ne so qualcosa visto che per 7 mesi ho convissuto con rumoracci e polvere provenienti dal primo piano); cani che cagano ovunque, accompagnati dai padroni rigorosamente senza paletta (e che è la paletta?)

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