24 maggio 2010

A.A.A. cercasi teletrasporto urgentemente

Se il prossimo DSM-V (manuale di clinica diagnostica) sarà pubblicato ma soprattutto accettato nelle sue infinite sfumature patologiche, finirei sicuramente tra i casi di Sindrome dell'Accumulo, vantando pure due sfaccettature dello stesso problema.
Uno: ho il terrore di gettare qualcosa che *ora* non mi serve, ma *domani* chissà. Periodicamente devo passare in rassegna i cassetti della scrivania dove ripongo ogni cianfrusaglia possibile e immaginabile: mi costringo a datare mentalmente ogni reperto e a depositare inesorabilmente nel cestino quelli che languono nell'inanità da un anno, se non di più. Ovviamente c'è sempre qualcosa che sfugge al mio repulisti, e, altrettanto ovviamente dopo essere stata al cassonetto, scopro di aver bisogno non dell'oggetto che mi ha mossa a pietà, ma di quello che ormai si trova nella discarica comunale.
Due: se mi allontano da casa, per qualsiasi lasso di tempo, il mio bagaglio resta per metà inutilizzato, perché quello che "non si sa mai" resta sul fondo della valigia. L'unica volta che ho lesinato sull'abbigliamento pesante ho patito tanto di quel freddo che adesso mi porto sempre dietro un maglione o una felpa, oltre agli immancabili jeans, anche se vado al mare, anche in agosto.
Emblematico è l'episodio della mia vacanza a casa della nonna: avrò avuto otto-dieci anni, e tra bambole, giochi, quaderni e colori, sono riuscita a riempire la macchina della zia. Era una 126, non ci voleva poi tanto, ma ricordo ancora il commento dell'amichetto vicino di casa: ma stai via un mese? Sarei tornata due giorni dopo.
Quando vivevo a Venezia, iniziavo a riportare a casa le mie cose un mese prima della fine degli esami, e puntualmente mi ritrovavo a dover fare due viaggi consecutivi, carica come un mulo, nei giorni immediatamente precedenti l'abbandono della stanza del collegio.
Detto ciò, potete benissimo immaginare lo stato in cui versa la casa delle feste: prima di tutto perché la sento "casa mia", e poi perché è *grande*. Di per sé non sarebbe un problema, se non fosse per quel piccolo, infinitesimale dettaglio che si chiama trasloco.
Ho riempito qualcosa come nove scatole di libri, e ne ho altrettanti che aspettano di essere riposti: dato che è vitale portare in casa nuova le librerie, sono stata costretta a svuotarle e a collocare in paziente attesa il loro contenuto su un letto. Che sta facendo la pancia piegato dal peso della cultura.
E questi sono solo i libri da tempo libero: perché con quelli da studio, per lo stesso motivo, ho ricoperto un tavolo con pile che rischiano di fare la fine della torre di Babele.
Pur essendomi organizzata in modo tale da portare in casa nuova solo l'essenziale (uhm, parola sconosciuta al mio personale vocabolario, temo), mi sento già male al pensiero dei viaggi andata e ritorno che sarò costretta a compiere per traslare libri-vestiti-computer-dispensa-stoviglie-asciugamani-lenzuola-e chi più ne ha più ne metta.
Vorrei tanto che arrivasse Mago Merlino ad aiutarmi, intonando la magica canzone:

Hockety Pockety Wockety Wack
Abra Cabra Dabra Da
Se ciascun si stringerà
Il posto a tutto si troverà
Higitus Figitus Figitus Sbum
Presti-Digi-Torium

4 responsi:

Ale ha detto...

Ho sempre desiderato avere i mutandoni di Eta Beta! Alla faccia delle borsa di Mery Poppins, tzè!

Anonimo ha detto...

E dove devi traslocare questa volta?

Anonimo ha detto...

Al mio ultimo trasloco ho noleggiato un camioncino con i miei coinquilini: 50 sterline (totali, per un giorno) ben spese, visto l'altissimo numero di viaggi risparmiati.
Consiglio di fare lo stesso!

Pythia ha detto...

@Anonimo1: non te lo dico :-P

@Anonimo2: ho trovato il furgone ;-)

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