29 novembre 2010

Bibliodiversità

Arrivata la nuova vecchia libreria mi sono messa subito al lavoro per smistare i numerosi libri che avevo nei mobili svedesi in doppia fila: alcuni sono stati inscatolati, altri spostati, altri ancora ricollocati.
Cercando di sfruttare lo spazio disponibile al millimetro ho provato diverse combinazioni di posizionamento che neanche il Kamasutra suggerirebbe, maledicendo alternativamente i designer svedesi e le tipografie. I nordici si sono ritrovati destinatari di tutto il mio disprezzo per la loro genialità nel progettare una libreria con ripiani regolabili a loro piacimento, che manca di fori per gli scaffali dove servirebbero e le cui ante si fissano esattamente all'altezza perfetta per un ripiano, pur avendo ancora spazio utile per le cerniere.
Le tipografie poverette forse non c'entrano nemmeno con il problema che ha scatenato la mia ira, problema che supera di gran lunga la genialità svedese. Sono affezionata lettrice di alcuni autori di cui non mi faccio mancare un romanzo, possibilmente in prima edizione rilegata; questi autori pubblicano da anni ciascuno con un'unica casa editrice, nella stessa collana, così non mi spiego perché i loro romanzi abbiano formati diversi.  Non sto parlando di spessore, ma di altezza del libro, che varia di diversi millimetri, quando anche di centimetri! E non si tratta di edizioni pubblicate ad anni di distanza, ma mesi. Ora spiegatemi per cortesia perché. Non costa forse di più stampare con formati diversi di volta in volta? O ci sono forse innovazioni tali nelle stamperie che costringono a una modifica delle dimensioni del libro? Che poi stiamo parlando di libri, non di automobili o oggetti di design! Libri! Parallelepipedi costituiti da più pagine incollate o rilegate, che vengono acquistati per il loro contenuto stampato. Signori, per pietà, mettetevi d'accordo e trovate quei tre, quattro formati standard che risolvano i problemi di biblioteche e librerie casalinghe! Risparmieremmo spazio e tempo ed eviteremmo di scomodare i Santi ogni volta che ci tocca aggiungere un nuovo acquisto alla collezione. Se poi ci fossero lettori che amano il disordine visivo che solo una fila irregolare di libri sa creare, libertà loro di disporre i propri volumi come meglio credono. Per carità, potendo scegliere, anch'io non avrei nulla in contrario alla varietà: ma non posso scegliere, trovandomi a combattere con un eccesso di romanzi e una tremenda carenza di spazi.

Nella mia prossima casa voglio una stanza enorme con librerie
che partano dal pavimento fino a toccare il soffitto.
Sogni...

2 responsi:

Demart ha detto...

Più che altro ti servirebbe una biblioteca modello Borges...

aerie ha detto...

Anche io volevo una libreria fino al soffitto!!
E anche io mi sono accontentata della libreria svedese ;-)

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