15 luglio 2011

Le vite degli altri

Io leggo. Non è una novità. Probabilmente non raggiungerò più il tetto dei 115 romanzi/41532 pagine del 2009, ma con i miei attuali 47/16122 non mi posso lamentare.
Non è che nel 2009 mi sia dedicata al dolce-far-niente, anzi, ho dato un bel po' di esami tosti: si è semplicemente verificata la congiuntura buone letture + stress. Le prime non c'è bisogno di spiegarle, basti citare Via col vento o la trilogia di Millennium, o la Vargas riletta da zero. Lo stress, brutta bestia, è quello che mi fa rifugiare nei libri. E poco importa se devo preparare l'esame di Dyo, io *devo* leggere.
Non c'è niente di meglio che studiare tutto il giorno e poi, quando la testa è così cotta che ci potresti friggere un uovo, svaccarsi sul divano con un buon romanzo tra le mani. È una specie di teletrasporto in altri mondi, economico e sicuro - non rischi di trovarti in carne e ossa nel bel mezzo della Guerra di Secessione o tra le grinfie di un lupo mannaro, ma non è certo meno emozionante.
Quando invece sei disoccupato, è tutto un altro paio di maniche.
Ore davanti al pc a spulciare gli annunci e a inviare curriculum a destra e a manca; pie illusioni che si frantumano dopo l'ennesimo colloquio in un'Apl che non dà risposte; frustrazione nel non trovare nessuna delle *due* lauree nei menù a tendina predisposti nei siti delle Apl o di altri database. Sensazione completa di totale inutilità e incapacità. Sintomi di depressione. Leggere attentamente il foglietto illustrativo. Contattare il medico in caso di effetti collaterali indesiderati.
Il divano è un'alternativa di gran lunga più allettante. Preferisco trovarmi nella mente di un serial killer piuttosto che in una realtà che al momento mi deprime. Ma più leggo, più sto male. Come una droga che crea dipendenza alla prima pagina. Da evasione temporanea, la lettura diventa fuga da tutto e da tutti.
Sono qui, con le parole che di intasano sui polpastrelli, creando ingorghi da cui non so districarmi.
Ogni tanto mi viene più facile parlare con le immagini: ecco, vorrei essere qui, ad aspettare le marmotte e a prendere il sole con un falco che vola in ampi cerchi sopra la mia testa.

19/52 - Buon pranzo!

5 responsi:

Demart ha detto...

Il problema di aNobii, Piziuccettina, è che ti calcola le pagine dei libri che leggi per intero. Se un libro lo leggi solo in parte è come se non lo avessi letto.

giuseppina ha detto...

Alle ragazze laureate, masterizzate(si dice così?)del Profondo Sud si consiglia di andare nel ricco nord-est, e tu che già ci sei...hai gli stessi problemi? Che Italia di Mer..

Anonimo ha detto...

Capisco perfettamente quando scrivi che ad un certo punto leggere diventa una droga, una fuga deliziosa dalle difficoltà... E' il miglior modo che conosca per smettere di pensare!!!
D'altra parte gli ostacoli che abbiamo davanti possiamo affrontarli solo noi, con forza, determinazione e un bel pizzico di fortuna... TIENI DURO PIZIA!!!

Ale ha detto...

@giuseppina: il ricco nord-est si è auto gigliottinato (per non dire tagliato le palle).

Auryn ha detto...

leggere, davvero, a volte è una droga. purtroppo passa troppo spesso per essere una cosa bella e da intellettuali perchè qualcuno si preoccupi di aiutarci a disintossicarci!!

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