2 agosto 2012

T.F.A. - ovvero: Ti Freghiamo Ancora

Lunedì sono partita per l'avventura del test di ammissione al T.F.A.: per chi non lo sapesse, trattasi dell'ennesima buffonata invenzione del Ministero della Pubblica Distruzione per tamponare la drammatica situazione degli insegnanti precari. Dopo una selezione che prevede tre prove, con conteggio di punti derivati da media universitaria, voto di laurea, anni di insegnamento, si potrà far parte di quei 10 o poco più fortunati che dovranno sborsare 2500 neuri per un anno di corso, con tirocinio incluso. E poi finalmente siamo di ruolo! See, col cavolo, ma intanto è una speranza in più.

Dunque lunedì prendo il treno delle sei, per arrivare puntuale all'appello delle otto, dopo una notte passata a fare le capriole nel letto, con Apollo che mi faceva l'eco - forse la pizza ci è rimasta sullo stomaco.
Avessi saputo che per le formalità burocratiche erano previste due ore, me la sarei presa con comodo, come in tanti hanno fatto.
Anzi, avessi saputo che
- arrivo alle otto
- inizio alle dieci
- consegna non prima delle 12.30
mi sarei attrezzata meglio.

Non ho idea di quanti disperati fossimo, sparpagliati tra le varie aule, ma almeno 300 sì. Per 10 posti 10.
Il test è stato il classico terno al lotto - in questi giorni se ne sono sentite di cotte e di crude, in particolare per filosofia, con domande sbagliate o prese dall'enciclopedia più specialistica in materia, nelle note e piè di pagina.
"Becero nozionismo", l'ho sentito definire - e mai parole sono state più azzeccate. Perché come fai a ricordarti la collocazione museale di ogni opera d'arte che studi? Capisco le più importanti, ma tutte tutte è impossibile oltre che inutile.

Durante la prova, fortunatamente si poteva uscire - sorvegliati speciali con tutor al seguito. Anziché andare alla toilette come tutti, me ne sono rimasta per un po' al sole, visto che in aula si congelava e che la mia schiena protestava di brutto. Le sedie universitarie sono l'apice della scomodità, ottime per non addormentarti durante le lezioni, ma non l'ideale per una signora in stato interessante.

Non è mancato il classico rompiballe, che ogni 3x2 doveva alzare la mano e importunare tutti con le sue domande insulse. L'avrei buttato nel canale.

Il giorno seguente, online c'erano già le risposte esatte: da un rapido conto, sono al limite tra l'essere passata e la bocciatura.
Speravo che il verdetto fosse meno in bilico, magari con l'ago pendente verso il "no". Non ho la forza di rimettermi a studiare per la prova scritta, che sarà tra meno di un mese, di sabato, nel giorno del matrimonio del mio fratellino americano.
E poi se anche questa andasse bene, ci sarebbe l'orale. E poi il conto dei punti. E se anche alla fine passassi per puro culo miracolo, ci sarebbe l'obbligo di frequenza.
Ma me lo dite come posso frequentare con un neonato al seguito?

2 responsi:

Paòlo ha detto...

Vabbé dai, non partire negativa: di sti tempi se si vede uno spiraglio ci si deve buttare, nonostante tutti gli sforzi necessari.

Potresti scrivere un libro con tutte le avventure che ci racconti del mondo del lavoro :-D

aerie ha detto...

Infatti, per questi motivi io non l'ho fatto proprio, anche perchè le materie che potrei insegnare sono l'ed tecnica nelle scuole medie a altre due materie nell'alberghiero.
Non ne valeva la pena.

Cmq, a chi lasciare il bimbo ci penserai poi.
Ancora non sai se hai superato questa parte!!

Posta un commento