20 settembre 2012

Caccia all'uomo

Si avvicina la stagione della caccia e come ogni anno cominciano le proteste dei contrari, via lettere al quotidiano locale, condivisione di foto su faccialibro o manifestazioni varie.
Ora, premetto che non ho parenti o amici cacciatori e che l'unico motivo per cui sono favorevole alla caccia si è perso nella nebbia dei tempi, quando in prima elementare la maestra animalista ci ha proposto un micro-referendum sul sì/no alla caccia. Il risultato è stato 7 no e 2 ni - il mio e quello della compagna col papà cacciatore. Io avevo la motivazione al mio "ni" bella pronta, ma giustamente è suonata la campanella dell'intervallo, così mi è toccato rimandare il discorso. Altrettanto giustamente, con lo stomaco impegnato a digerire il panino con il prosciutto che avevo per merenda (non pensate a chissà che fatica, il panino mi stava in una mano!), non sono più riuscita a trovare le parole per spiegare il mio essere favorevole alla caccia al 50%. Purtroppo non è successo neanche a scoppio ritardato, così mi è toccato subire l'onta del "hai detto così solo perché l'altra è tua amica, gne-gne-gne".
Negli ultimi mesi, per motivi di lavoro, sono entrata in contatto con persone e/o gruppi di animalisti, tutti vegetariani e/o vegani: queste sono le uniche persone da cui accetto critiche e opposizioni alla caccia. Tutti gli altri dovrebbero starsene in dignitoso silenzio. Perché trovo ridicolo pronunciarsi contro una forma di morte, ma accettarne altre, molto più crudeli.
A questi contrari alla caccia che hanno il frigo pieno di carne chiedo se si siano mai informati delle condizioni in cui gli animali di cui si nutrono vengano allevati, o di come poi vengano uccisi. Fatevi un giretto in internet in cerca di notizie su allevamenti di polli, o sui macelli. Guardate a cosa sono costretti degli animali innocenti tanto quanto quelli che vivono liberi nei campi.
La bistecca di vitello te la mangi? Magari di gusto? E con che coraggio dici di no alla caccia?
Come pensi che lo uccidano il tuo vitellino? Con l'anestesia? Cantandogli una ninna nanna? Portandolo in un ambiente sereno e tranquillo?

Lungi da me fare proselitismi pro o contro qualcosa, ma mi piacerebbe che qualche volta la gente usasse la testa.
E sinceramente, piuttosto che un pollo, allevato in gabbie super-affollate, senza mai vedere la luce del giorno, nutrito con mangimi creati appositamente per farlo crescere più in fretta e senza malattie e infine ucciso senza pietà, preferisco mangiare un fagiano, nato e vissuto libero e all'aria aperta, morto sul colpo per una fucilata.

1 responsi:

D.F. Lycas ha detto...

Condivido in gran parte il tuo pensiero.
Per quanto riguarda l'allevamento degli animali da macello, ecco, basterebbe leggere qualche pagina di "Se niente importa" di Foer, per rendersi conto di tutto lo schifo che arriva nei nostri piatti. E del modo schifoso con cui questa roba (mi risulta difficile chiamarla carne) viene prodotta.
A quel punto essere vegetariani o meno è del tutto indifferente.



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