31 agosto 2009

Marmellata di pesche isterica

Gli esami si avvicinano e la Pizia è sotto stress! Lo sfogo migliore per l'ansia è in cucina, meglio se qualcosa di impegnativo: oggi mi sono data alle marmellate - sì, al plurale.
Per prima ho sistemato quella di anguria, fatta tre settimane orsono e mai solidificata: piuttosto che buttarla via, ho tentato una seconda cottura e il risultato pare buono. Forse la consistenza è leggermente troppo densa (mai una volta che l'azzecchi!), ma il colore è davvero invitante: il sapore è proprio quello zuccherino del frutto maturo, quest'inverno sarà un bel ricordo dell'estate.
La ricetta è semplicissima ed è utilissima in caso di anguria avanzata: si pesa l'anguria, privata dei semi e passata al setaccio, si aggiunge circa la stessa quantità di zucchero (su un kg di frutta, circa 800-900 g di zucchero) e una mela tagliata a pezzettini (o il succo di un paio di limoni). La mela o i limoni sono necessari per la pectina che nell'anguria scarseggia: la pectina è quella sostanza, presente naturalmente nella frutta, che ne permette la gelificazione. Si trova anche in commercio, ma non va bene per le marmellate di anguria, quindi bisogna arrangiarsi.
Tutto sul fuoco, far bollire vivacemente per almeno 20 minuti: in alcune ricette ho trovato persino 45 minuti e più, però dipende da quanto acquoso è il frutto. La marmellata è pronta quando un cucchiaino versato su un piattino e fatto raffreddare prende la consistenza tipica delle marmellate: ci vuole un po' di occhio - che come si capisce io non ho ancora del tutto ;-)
Noticina: con l'anguria il non plus ultra è il sorbetto. Frutto passato al passaverdura, sciroppo di zucchero e una chiara montata a neve: via in congelatore, mescolando di tanto in tanto. Servito con aggiunta di vodka è una goduria.

Non contenta del salvataggio riuscito, ho aspettato impazientemente le quattro per andare dal fruttivendolo a recuperare un po' di pesche. Sbuccia, affetta, pesa, cuoci, versa nei barattoli, chiudi...ho la schiena a pezzi e l'ansia che è andata a riposarsi nel suo angolino - meno male!
Per questa marmellata ho usato la pectina, così il tempo di bollitura si riduce a tre minuti: i puristi la disprezzano, ma io non ci vedo nulla di male.
Ho imparato che i "piccoli pezzi" di frutta delle ricette devono essere veramente piccoli, altrimenti si ha una specie di frutta sciroppata. Questo è il risultato:

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